Città metropolitana, no al referendum
Passa la delibera del sindaco Brugnaro. Favorevole il Pd, il M5S vota contro, i sindaci Mestriner e Sensini lasciano l’aula
di Alberto Vitucci
Alla fine, la Città metropolitana boccia il referendum per la separazione. Con il solo voto contrario del consigliere Cinquestelle – Flavio Berton di Scorzè – il non voto di due sindaci (Sensini, Lega, e Mestriner, di area leghista). La maggioranza ma anche il Pd votano a favore della delibera proposta dal sindaco Luigi Brugnaro. Che boccia senza appello la proposta referendaria. Dibattito sottotono, meno di mezz’ora per licenziare la delibera che fa sapere alla Regione il parere contrario della Città Metropolitana sulla «meritevolezza» votata per la separazione e l’autonomia amministrativa di Venezia e Mestre.
Ci pensa Brugnaro, in apertura, a spegnere il dibattito. Elencando con tono pacati i motivi della decisione. «Prima di ogni giudizio di merito voglio un parere sulla legittimità di questa operazione», attacca, «tutti quelli istituzionali che abbiamo chiesto sono stati negativi. L’Avvocatura del Comune e della Città Metropolitana, il governo, la stessa avvocatura regionale. Credo che il Consiglio regionale si esporrà a un risarcimento del danno se la delibera sarà considerata illegittima». La legge Delrio, continua Brugnaro, ha passato il vaglio della Corte Costituzionale, dopo il ricorso firmato da alcune Regioni tra cui il Veneto». Dunque, è legge che adesso detta le modalità con cui si possono fare i referendum. «Nel nostro caso deve essere il Consiglio comunale a decidere e non la Regione come invece è successo. E dovrebbero votare tutti i cittadini dell’area metropolitana, non solo veneziani e mestrini».
Anche sullo strumento referendario, Brugnaro ricorda che sarebbe la quinta volta. «Ma c’è una disparità evidente. Se vince il “no” i separatisti possono riprovare, come stanno facendo adesso. Se invece vincesse il “sì” il processo sarebbe irreversibile. Adesso basta. Credo che la separazione sia una grande sciocchezza». Dalla maggioranza un sostegno pieno. Che arriva però anche dall’opposizione Pd. Riunione del gruppo e poi la decisione, comunicata da Alberto Polo, sindaco di Dolo e Nicola Pellicani. La stessa che era stata sostenuta anche in Comune. Il Pd mantiene il suo sostegno alla Città metropolitana. Pur formulando numerose riserve sulla sua gestione. Ma si oppone al referendum. Anche se tra alcuni esponenti veneziani la voglia di separazione cresce.
Ieri il Consiglio metropolitano ha anche approvato all’unanimità il nuovo regolamento per il funzionamento dell’assemblea e dei gruppi. Dopo un anno e mezzo diventa operative le norme per la gestione del Consiglio. Due le commissioni istituite (erano cinque), a cui parteciperanno dieci consiglieri. Sei della maggioranza, 3 del Pd, 1 del Movimento Cinquestelle. Ai consiglieri le delibere e i documenti dovranno essere consegnati cinque giorni prima della seduta.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
I commenti dei lettori