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Brand Alto Adriatico tutti uniti per crescere

L’idea nata tra Veneto e Friuli potrebbe allargarsi alla riviera romagnola Incontro fra gli assessori al Turismo delle due regioni, categorie già al lavoro

di Francesco Furlan
2 minuti di lettura

VENEZIA. Promuovere le spiagge con un unico brand, partecipare alle fiere internazionali del turismo presentando allo stesso stand le sfaccettature di un solo territorio di sole e mare: l’Alto Adriatico.

Così i turisti potranno scegliere, ad esempio, Bibione per le famiglie, Jesolo per l’intrattenimento, Lignano per lo shopping, Caorle per la bellezza del centro storico e Sottomarina per la pesca e l’ambiente lagunare. Dopo anni di chiacchiere e campanilismi mai sopiti, gli operatori questa volta sembrano intenzionati a fare davvero. E sotto il brand delle spiagge dell’Alto Adriatico, oltre a Veneto e Friuli, potrebbe entrare anche l’Emilia Romagna. Proprio ieri l’assessore veneto al Turismo, Federico Caner, ha incontrato l’omonimo collega dell’Emilia, Andrea Corsini. L’interesse c’è, ma è chiaro che ora anche in quella regione, dove è già forte e riconoscibile la Riviera Romagnola, dovrà aprirsi il confronto con le categorie. Mettersi insieme agevolerebbe la ricerca di risorse, a Roma e soprattutto a Bruxelles. L’assessore Caner, nel frattempo, è pragmatico: «Come Veneto abbiamo a disposizione 2 milioni di euro l’anno per la promozione turistica. Le risorse sono poche e destinate a quelle realtà che sapranno mettersi insieme, e dimostreranno di crederci, investendo di prima persona». Mettendoci, va da sé, anche una fetta delle risorse necessarie, soprattutto re-investendo i soldi incassati con la tassa di soggiorno, che oggi finiscono nell’organizzazione di gestione della destinazione (Ogd) turistica, che hanno sostituito le Agenzie per la promozione turistica.

«Come regioni siamo pronte a fare la nostra parte», spiega l’assessore Caner, «ma in primis devono essere i privati, le associazioni di categorie, e le amministrazioni comunali a mettersi d’accordo». In queste settimane ci sono stati alcuni contatti tra Caner e Marco Michielli, di Federalberghi e Confturismo, e del tema si è discusso anche in un recente convegno a Bibione, alla presenza del vice-presidente del Veneto, Gianluca Forcolin, e il presidente del Friuli Venezia Giulia, Sergio Bolzonello. E’ un percorso che muove i primi passi ma che deve muoversi in fretta dal momento che l’obiettivo è arrivare a una promozione comune già dal prossimo anno, per la conseguente costituzione di un unico brand, chiaro. «Ora dobbiamo metterci a lavorare al piano industriale», dice Giovanni Mazzarotto, presidente uscente di Bibione Live, «dobbiamo farlo prima di tutto come imprese».

«Il passato ci insegna che quando ci mettiamo insieme i risultati migliorano», aggiunge Mazzoretto, ricordando come 4 anni fa la promozione unica delle spiagge di Venezia nelle fiere di lingua tedesca, nel solo stand della Regione, «diede ottimi risultati in termini di visibilità e risposta dei turisti». Nei piani c’è anche la realizzazione di un booking unitario così, per dirla sempre con le parole di Mazzoretto, «smetteremo di farci la guerra tra i vari portali». Un po’ di marketing territoriale insomma, che permetta a Veneto, Friuli - ed eventualmente anche alla Romagna - di competere sul mercato mondiale, con la Spagna e con quelle località, oggi messe fuorigioco dalle crisi geo-politiche, come l’Egitto o la Turchia. «Forse non sarà facile superare i campanilismi», ammette il presidente degli albergatori veneziani, Alessandro Rizzante, «ma la strada è obbligatoria da un punto di vista economico e strategico. Il piano industriale va fatto, a patto che vada fatto insieme e nessuno lo faccia sulla testa degli altri».

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