La Prefettura cerca 2509 posti da giugno
Interessano strutture per ospitare al massimo 60 persone, sarà difficile trovarle. Cifra ritoccata rispetto a 10 giorni fa
di Francesco Furlan
La prefettura è a caccia di 2509 posti nell’area della Città metropolitana di Venezia per l’accoglienza e l’assistenza ai migranti nel periodo compreso tra il primo giugno e il 31 dicembre del 2017, con la possibilità di ricorrere alla procedura negoziata fino al 31 luglio. Il nuovo bando è stato pubblicato ieri.
La prefettura, si legge nel testo, è alla ricerca di strutture di «accoglienza temporanea, con capienza massima, in via tendenziale, di 60 posti ciascuna». Buoni propositi che, come sa bene anche il prefetto Carlo Boffi, finiranno per schiantarsi contro la volontà di molti sindaci contrari all’ospitalità, e capaci di fare pressione anche sulle realtà - come cooperative o associazioni - che potrebbero avere disponibilità di alcuni alloggi ma che preferiscono stare alla larga da quei comuni pronti a mettere i bastoni tra le ruote dell’accoglienza. Giovedì mattina a Ca’ Corner si terrà la riunione della Cabina di regia dove, oltre al consueto monitoraggio sulla distribuzione dei migranti nel Veneziano, verrà presentato il bando di gara. Il bando di ieri va a sostituire quello pubblicato lo scorso 14 marzo nel quale la prefettura annunciava di essere alla ricerca di 3037 posti. A cosa si deve questa correzione in corsa, avvenuta nell’arco degli ultimi dieci giorni, con la visita del ministro dell’Interno Marco Minniti nel mezzo? Dalla prefettura ieri non è stato possibile avere spiegazioni e l’unico dato certo è il breve testo dell’avviso di bando, in cui si fa riferimento alla cabina di regia che si era svolta lo scorso 18 gennaio, nel tentativo di arrivare a una distribuzione dei migranti.
L’incontro era stata l’occasione per incontrare e conoscere il nuovo prefetto, succeduto a Domenico Cuttaia, ma non si era concluso con decisioni operative. L’obiettivo del nuovo bando resta, come sempre, quello di cercare di alleggerire Cona, dove nell’ex base militare di Conetta sono ospitati più di mille migranti. «L’anomalia di Cona non deriva dalla scelta di qualcuno, ma dall'impossibilità di una idonea collocazione negli altri comuni», aveva ricordato il prefetto in quell’incontro di gennaio, riprendendo poi lo stesso ragionamento in più riprese.
Trovare 2.500 posti sarà difficilissimo: all’ultimo bando pubblicato quando a Ca’ Corner sedeva ancora Cuttaia, a fronte di una ricerca di 1788 posti ne erano stati trovati, una volta arrivate e vagliate le domande, poco più di 700, e scarsi risultati aveva portato anche il bando riservato in via esclusiva proprio a quei comuni che non ospitavano migranti. Ecco perché, una volta concluso l’iter di questo nuovo bando, la prefettura ne dovrà pubblicare uno di nuovo riservato alla gestione del centro di Cona, ora nelle mani della cooperativa Eco-officina, che sta operando in regime di proroga. Oggi, stando ai dati della prefettura di Venezia sono 21 gli enti gestori nella Città metropolitana che, fino a oggi, si occupano dell’accoglienza e dell’ospitalità dei richiedenti asilo.
Tra queste molte realtà cattoliche come la Caritas di Venezia e quella di Chioggia, le cooperative Arco, Olivotti, Città Solare, la Croce Rossa Italia, e ancora la Fondazione Groggia o la Fondazione Gini. Sono poco più di venti invece i Comuni che ospitano le strutture (case, appartamenti ostelli) gestite da queste realtà del mondo cooperativo e delle associazioni: da Venezia a Chioggia, passando per Mirano, Mirano, Salzano, Jesolo, San Donà, Annone Veneto e Concordia Sagittaria. f.furlan@nuovavenezia.it
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