«Una vergogna contestare l’arrivo degli autovelox»
San Donà. Il vicesindaco Trevisiol accoglie il sostegno dell’associazione nazionale vittime della strada e respinge le accuse arrivate dall’opposizione

Raccolta di firme contro i tru-box: “una vergogna” secondo il Comune. Intanto, l’associazione nazionale vittime della strada con una nota approva la decisione dell’amministrazione sandonatese di posizionare i box per autovelox in città. Ma è scontro tra maggioranza e opposizione soprattutto per la raccolta di firme che sarà avviata da Scegli Civica, con Oliviero e Anna Maria Babbo, e quella annunciata dal segretario della Lega, Alberto Schibuola.
«Le misure di opposizione (azioni di danneggiamento delle postazioni, eventuale raccolta firme, o paventare che il sindaco voglia fare cassa) hanno a che fare con il mantenimento di comportamenti di trasgressione delle norme», scrive la presidente nazionale di Aifvs, Giuseppa Cassaniti Mastrojeni, «l’Aifvs sostiene che bisogna operare in direzione del cambiamento per ridurre gli incidenti con misure che facciano capire ai cittadini che devono cambiare passo. La velocità sulla strada non è segno di civiltà, è piuttosto motivo di scontro con conseguenze irreversibili».
Il Comune ha fornito anche i dati sugli incidenti rilevati lungo le strade in cui sono comparsi i tru-box. In via Calvecchia, negli ultimi 10 anni, si sono verificati 168 scontri, tra cui quelli che sono costati la vita nel 2014 a una bambina di poco più di un anno e, risalendo nel tempo, allo scrittore Dino Cagnazzi, autore della Storia di San Donà di Piave. 77 i sinistri registrati in dieci anni in via Giorgione, 65 in via Carrozzani. L’ultimo, molto grave, a un 25enne lo scorso gennaio. 47 in via Pralungo e 46 in via Carbonera. «In questi ultimi due punti sono state realizzati i basamenti, ma al momento non sono state posizionati i contenitori arancioni», spiega il comandante della polizia locale, Marino Finotto, «le postazioni sono 15 ma le colonnine al momento 10, e possono essere facilmente smontate e rimontate sulla base delle necessità, non avendo alcun collegamento elettrico».
Tra i 33 incidenti negli ultimi dieci anni in via San Pio X uno costò la vita a un 17enne. E ancora 30 in via Argine San Marco o 23 in via Jesolo. «Anche su via Jesolo, dove il velox è giustificato più da ragioni di inquinamento e rumore, è avvenuto un numero di incidenti significativo e la velocità è stata quasi sempre una concausa importante», ricorda il vicesindaco Luigi Trevisiol, «di fronte a questi dati e alla presa di posizione dell’associazione vittime della strada mi vergogno, da sandonatese prima che da amministratore, di quei miei concittadini che vogliono raccogliere le firme a favore dei trasgressori. Non torneremo indietro. Se i velox salveranno la vita anche di una sola persona, sarà un buon risultato».
Giovanni Cagnassi
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