La Cgil: «Il Casinò di Ca’ Noghera va spostato al Padiglione Aquae»
La proposta del sindacato al Comune alla vigilia del confronto di oggi sul Piano Industriale Per Ca’ Vendramin Calergi si suggerisce la creazione di un resort di lusso accanto al gioco

Spostare la sede del Casinò di terraferma da Ca’ Noghera al Padiglione Aquae - oggi inutilizzato nell’area del Vega - alle porte di Venezia.
E realizzare a Ca’ Vendramin Calergi - accanto alle sale del gioco - un resort di lusso per ospitare gli ospiti importanti della casa da gioco. Alla vigilia del nuovo incontro tra i sindacati e l’assessore alle Aziende Michele Zuin sul piano industriale del Casinò è la Cgil Funzione Pubblica a “sparigliare”, con un lungo documento in cui gettano sul tavolo anche queste due proposte, in un momento difficile per la casa da gioco. Sul Padiglione Aquae, oggi inutilizzato dopo il fallimento dell’operazione legata all’Expo, la Cgil articola la sua proposta.
«Non sappiamo quanto praticabile ne sia l’utilizzo - scrive nel suo documento - né quanto costi farlo (non è nostro compito) ma non c’è da combattere con autorizzazioni aeroportuali o con la Soprintedenza ai beni archeologici, come per ampliare Ca’ Noghera. Il padiglione Aquae oggi è ridotto a un parcheggio e rischia di diventare uno dei consueti italici sprechi, eppure è un’architettura stupenda di Michele de Lucchi, con 10 mila metri quadri (il doppio di Ca’ Noghera), un grande unico spazio elegante, moderno, tecnologicamente avanzato, dove la fantasia di una buona Direzione Giochi si sbizzarrirebbe nell’inventare il layout di dislocazioni di tavoli e macchinette più efficace a coinvolgere e far sognare la clientela! Peraltro con una collocazione che non sfuggirebbe a nessuno che arrivi a Venezia e per la quale, l’investimento per la riqualificazione del sito, la costruzione di una darsena, le opere di miglioramento viario diventerebbero un’opportunità e non una spesa». E su Ca’ Vendramin Calergi, sempre più a rischio, come casa da gioco il documento della Cgil propone: «Venezia ne ha due e l’Amministrazione comunale pensa alla chiusura di una delle due sedi, diverse per offerta, stile e target di clientela e che perciò rappresentano un’offerta integrata a un business complementare. Manca il valore aggiunto del resort collegato al Casinò, ma si può rimediare. Perché non pensare a ricollocare gli uffici amministrativi in area Piazzale Roma o al Vega (a due passi dal Padiglione Aquae) e realizzare poche camere ma di super lusso a Ca’ Vendramin Calergi assieme all’attiguo palazzo Ca’ Marcello? Che splendida suite sul Canal Grande sarebbe l’ufficio del presidente!».
Critico il sindacato anche sul Piano industriale presentato dall’assessore Zuin e ora in discussione. «Quello che ci è stato presentato - scrive la Cgil - è un Piano di (destruttur)Azione Industriale. Non sappiamo chi ne sia l’oscuro (o oscuri) estensore, ma non ci sembra molto pratico. L’abbiamo atteso per mesi e mesi e siamo profondamente delusi. Mesi di attesa e adesso ci sono quaranta giorni per non mettere in liquidazione l’Azienda! Normalmente è un Amministratore Delegato, un manager vero, che redige il Piano Industriale dell’Azienda. Dateci un amministratore Delegato, che sia a tempo pieno, che abbia esperienza (non necessariamente del settore) e competenza riconosciute. Dateci un Manager che sappia lavorare al rilancio, perché a partire dai costi non se ne viene fuori. Ci vogliono i ricavi».
Se la linea dell’Amministrazione comunale - come pare di capire - è invece essenzialmente basata sui tagli al costo del personale, perché non ci sarebbero risorse per investimenti sulla casa da gioco, pare di capire che anche il confronto di oggi a Ca’ Farsetti si presenta difficile.
Enrico Tantucci
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