"Mimose, salviamo gli alberi di Mestre dai venditori abusivi"
Turni di guardia e inviti all'acquisto consapevole. In vista dell'8 marzo le iniziative dei residenti per salvare le (poche) piante che colorano di giallo la città annunciando la Primavera
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MESTRE. Si avvicina l’8 marzo, la festa delle donne e il tradizionale regalo di mimose a mamme, sorelle, morose, fidanzate e mogli. Ma con l’avvicinarsi della data aumentano anche le preoccupazioni per gli alberelli di mimose nelle aree pubbliche. Negli anni scorsi i venditori abusivi li hanno letteralmente depredati, spogliandoli di tutti i rami infiorati per poterli rivendere in giro.
Difendiamo gli alberi di mimosa, Mestre si mobilita
I più a rischio sono quelli di via Cappuccina, due alberelli striminziti che donano un po’ di colore in mezzo al grigio urbano. I loro fiori sono un annuncio di primavera ma immancabilmente vengono strappati dai venditori abusivi.
Per questo molti residenti hanno chiesto al Comune di pensare a una qualche forma di vigilanza. “Io ho scritto al sindaco tramite il sistema Iris del Comune», spiega un lettore, «mi rendo conto che il valore di questi alberelli è trascurabile, ma è anche vero che per noi residenti sarebbe un segnale».
Ma accanto all’azione contro i vandali che distruggono gli alberi per trarne guadagni c’è anche l’azione nei confronti dei compratori: se infatti nessuno comprasse mimose dagli abusivi queste piante pubbliche verrebbero salvate.

Così in occasione della giornata della donna l’associazione AmicoAlbero, assieme a chi ha a cuore il poco verde che è rimasto a Mestre, farà un presidio nelle prossime serate i due alberi di mimose di via Cappuccina, per impedire il saccheggio dei venditori abusivi. Michele Boato portavoce e Luca Mamprin presidente di AmicoAlbero invitano inoltre tutti i mestrini «a non accettare mimose da venditori abusivi, che evidentemente non le hanno coltivate, ma ne fanno man bassa dove capita».
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