Bulla: «Niente scuse, querelo il sindaco»
Brugnaro aveva detto che tirava freccette in ufficio contro una sua foto. Ragno annuncia un’altra azione legale
di Marta Artico
«Continuerò a trattare, a battagliare, a difendere i diritti dei lavoratori e auspico che il sindaco riveda in questo senso la sua posizione, ma per quel che riguarda l’attacco personale nei mie confronti, neanche se Brugnaro dovesse ritrattare, accetterei le sue scuse». È chiaro Giampiero Bulla, coordinatore Rsu del Comune di Venezia, al centro della querelle che ha tenuto banco venerdì, quando durante il Congresso della Cisl è stato tirato in ballo dal sindaco, il quale lo ha accusato di giocare a freccette con la sua faccia appesa in ufficio. Bulla, che lavora in viale San Marco, negli uffici dell’ex Tribunale all’assessorato dello Sport e si occupa di palestre, si è rivolto a un legale e sta predisponendo la querela contro il primo cittadino.
Ieri nella sede della Uil, assieme al segretario della Funzione Pubblica, Mario Ragno, ha illustrato la lettera che ha scritto al sindaco Luigi Brugnaro. La foto del primo cittadino con il cappello da vigile, nel frattempo, è stata fatta sparire da qualche collega di ufficio. «Non era oltraggiosa in alcun modo», spiega, «si trattava di un volantino di un paio di anni fa, come ce ne sono stati altri, nulla di che. Ma mai e poi mai, ripeto, ho tirato freccette contro la sua faccia e ho colleghi pronti a testimoniarlo».
Chiarisce: «Brugnaro ha voluto di proposito confondere le acque e gli ambiti: il mio ruolo da sindacalista e quello di lavoratore, e per colpirmi ha scelto un luogo sindacale, tanto che io oggi sono etichettato, ho il tabarro come si dice in veneziano, quello che gioca a freccette». Un modo, dunque, secondo il dipendente pubblico, per screditare la persona. Da qui la lettera: «Dopo 26 anni alle dipendenze del comune di Venezia, posso fregiarmi di non avere mai avuto contestazioni di addebito o provvedimenti disciplinari, l’utenza con la quale mi relaziono non ha mai espresso alcuna doglianza, anzi, in molte occasioni la mia disponibilità si è protratta ben oltre l’orario di servizio». Si legge: «Il suo imbarazzante e infondatissimo attacco personale è finalizzato a screditarmi non come dipendente ma come difensore dei diritti dei lavoratori». E ancora. «Vede signor sindaco, non solo non c’è stato alcun oltraggio alla sua persona, ma, al contrario, si assiste quotidianamente a un “oltraggio dei dipendenti pubblici” perché con la sua amministrazione i lavoratori hanno subito licenziamenti, decurtazioni stipendiali, disconoscimenti professionali e la stigmatizzazione di tutte le organizzazioni sindacali, salvo una».
Da qui l’avvio di un’azione legale. Poi l’appello: «Rinnovo l’invito al sindaco a presentarsi al Palaplip il primo marzo, lo assicuro che non farà da bersaglio. Questa è l’unica amministrazione che ha dato il via a dichiarazioni oltraggiose nei confronti dei sindacati, che disconosce la professionalità dei dipendenti, che lascia a casa i precari».
Se Bulla sta valutando l’azione legale, un’altra querela è in arrivo. Ad annunciarla è Ragno. «Della mia persona non mi interessa molto», il segretario fa capire di avere le spalle larghe, «ma quando il sindaco denigra categorie intere, allora le cose cambiano». Il riferimento, afferma il sindacato, è alle dichiarazioni del primo cittadino sull’“assenteismo del personale scolastico”. «Il sindaco sta instillando l’odio contro i dipendenti pubblici, ma se non li sopporta a tal punto, era meglio che facesse un altro mestiere. A nostro avviso sta portando avanti una vera campagna d’odio e per questo, appena avremo completato tutta la documentazione che stiamo raccogliendo, partirà la querela». Non una dunque, ma con due azioni legali Brugnaro avrà a che fare a stretto giro.
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