Mascherati da Panda davanti alla Salute «Non estinguiamoci»
Flashmob dei simpatizzanti del gruppo #Veneziamiofuturo Appello all’Unesco: «Siamo a quota 54.600, aiutateci»
di Vera Mantengoli
«Unesco, Unesco! Aiuto, aiuto». Ieri pomeriggio, circa 150 persone dai 3 ai 73 anni, tutti travestiti da panda, si sono ritrovati nelle scalinate della Basilica della Salute per protestare contro lo spopolamento della città. Mascherati come il famoso animale in via di estinzione, i simpatizzanti del movimento #Veneziamiofuturo hanno colto l'occasione del Carnevale per un flash mob incisivo e simbolico. «Quello di oggi è una macchina mangiasoldi per spennare i turisti che funziona quasi tutto l'anno» denuncia Marco Gasparinetti, portavoce del movimento «Per farla girare bisogna svuotare la città dei suoi cittadini e la missione è quasi compiuta, ma noi facciamo appello alla solidarietà del mondo intero affinché si trovino delle misure per lasciare i veneziani nella loro città. Chiediamo quindi con forza all'Unesco di non lasciarci soli e pretendere soluzioni vere».
Da ieri è partito un tam tam sui social con il logo del panda che si sta diffondendo viralmente su Twitter e FB, incluso il comunicato sul «PandAmonio», tradotto in decine di lingue. I manifestanti hanno urlato a gran voce «Unesco, aiuto!» in quanto l'istituzione internazionale rappresenta una delle poche ancore di salvezza istituzionali. A fine gennaio il sindaco Luigi Brugnaro ha consegnato un documento all'Unesco con alcune proposte, mai condivise con la città. In un’intervista alla Nuova Francesco Bandarin, vice direttore della Cultura dell'Unesco, aveva in sostanza sollecitato al Comune maggior concretezza. «Il nostro richiamo all'Unesco è duplice» spiega Gasparinetti con Paolo Lanapoppi di Italia Nostra «Vogliamo che continui a mantenere alta l'attenzione su Venezia e che capisca che questa Amministrazione non sta portando avanti proposte concrete».
Attualmente i residenti sono 54.600, una sorta di estinzione vertiginosa che gli abitanti non accettano. Così, chi con l'intero costume da panda, chi con la maschera con un occhio nero a forma di Venezia, verso le 16.30 i manifestanti hanno alzato i loro cartelli: «Meglio Panda che sciacalli», «Difendiamo la nostra città». La scelta del luogo è un riferimento alla grande decimazione della peste. «Siamo qui per dire ai veneziani di uscire dalle loro case e lottare» ha detto Gianangelo Bellati. «Sono qui per i miei figli che vogliono vivere a Venezia» ha detto Luca Mizzan, direttore del Museo di Scienze «Venezia è cambiata più negli ultimi 50 anni che negli ultimi 500».
«Il turismo mordi e fuggi si è moltiplicato all'ennesima potenza ed è fuori controllo» ha detto Frederic Ricciardi, uno dei custodi della Basilica di San Marco. Tra loro anche chi ha smesso con i turisti: «Ho deciso di affittare l'appartamento a una giovane coppia veneziana» racconta Giovanna B. «Certo, con i turisti si guadagna di più, ma non c'è paragone per la gioia di dare un futuro ai giovani che vogliono restare».
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