Ca’ Letizia e Curia incontreranno i residenti
Confronto per superare i disagi in zona. «Ma ci vuole la presenza anche del Comune»

Don Dino Pistolato, vicario episcopale, e Stefano Bozzi, direttore della mensa di Ca’ Letizia hanno risposto al comitato di via Querini: si dicono pronti a dialogare con una delegazione di cittadini del comitato che continua da settimana a segnalare problemi di convivenza tra chi abita in via Querini e gruppi di senza dimora che si ritrovano a sostare sotto i portici dei palazzi.
Un incontro che deve vedere però vedere la «assolutamente imprescindibile presenza anche di qualificati rappresentanti dell'amministrazione comunale», come chiesto anche dal comitato di cittadini che da tempo chiedono lo spostamento, altrove, della mensa per i poveri della San Vincenzo, una delle strutture di carità situate in pieno centro a Mestre. «La palesata ipotesi di un futuro trasferimento di sede della Mensa di Cà Letizia non può infatti, da sola, esimere il Comune dall'assumersi un ruolo attivo nella vicenda che, secondo l'opinione di codesto comitato, assume i caratteri di immediata ed improcrastinabile urgenza», scrivono don Dino Pistolato e Stefano Bozzi che in pratica intendono richiamare anche il Comune alle sue responsabilità visto che non si poò demandare solo ai volontari della mensa per i poveri di proteggere la vivibilità della zona.
Da Berlino, dove è impegnato in un forum sull’immigrazione, l’assessore alle Politiche sociali Simone Venturini spiega che al suo rientro in città convocherà subito una riunione tra Curia, Ca’ Letizia, comitato di via Querini e amministrazione comunale. «Se ci fosse la volontà di spostare altrove la mensa, il Comune sarebbe pronto a dare subito la propria più ampia collaborazione anche per la ricerca di soluzioni diverse ma le cose non stanno così», ammette Venturini. «Ma organizzerò di sicuro un nuovo confronto». L’assessore non nega che lo spostamento della mensa dal centro, dove in poche centinaia di metri, insistono anche altre due mense, sarebbe una buona soluzione. «Restiamo convinti che se ci fosse un coordinamento tra le realtà che si occupano delle mense dei poveri si potrebbe lavorare in modo diverso. Per esempio per intercettare quei poveri anziani che non escono di casa . Di certo su questi temi nessuno ha la verità in tasca e il confronto è necessario», precisa Venturini.
A Ca’ Letizia, dopo i tre giorni di chiusura, decisi dalla direzione contro comportamenti irrispettosi di ospiti e volontari, quattro soggetti che disturbavano vengono costantemente allontanati. Lo conferma Stefano Bozzi che però precisa che il confronto con i cittadini, più che lo spostamento di Ca’ Letizia, deve riguardare ma le soluzioni da adottare per «ripristinare la vivibilità nella zona di via Querini», ripristinando anche la verità dei fatti. L’emergenza è questa, ribadisce. «Il confronto suIl'utilizzo degli spazi pubblici, sul decoro e sulla sicurezza della strada non potrebbe risultare proficuo, in assenza dell'interlocutore pubblico cui è demandata, in primis, la competenza su tali argomenti», spiegano Bozzi e don Dino Pistolato. (m.ch.)
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