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Le spiagge del litorale accessibili ai disabili

Presentato il progetto di turismo sociale inclusivo che interessa la costa veneta Sono circa 37 milioni in Europa le persone interessate a un servizio dedicato

di Vera Mantengoli
2 minuti di lettura

VENEZIA. Quest’estate le spiagge del litorale saranno accessibili anche a chi ha problemi di disabilità. È stato infatti presentato ieri, nella sede regionale di Palazzo Balbi, il progetto per il turismo sociale inclusivo che si svilupperà su almeno una spiaggia dei nove comuni del litorale (Bibione, Caorle, Eraclea, Jesolo, Cavallino-Treporti, Lido di Venezia, Chioggia, Rosolina e Porto Tolle). «Con una media di 25 milioni di turisti, vogliamo creare il più lungo litorale accessibile, sicuro e inclusivo d’Italia» ha detto l’assessore al turismo Federico Caner che ha esposto l’iniziativa insieme all’assessora al sociale Manuela Lanzarin, al direttore generale Carlo Bramezza dell’Usl 4, al delegato per Giuseppe Dal Ben Danilo Corrà dell’Usl 3 e al direttore generale Antonio Compostella dell’Usl 5. Si tratta dell’unico progetto nazionale mai realizzato per un territorio così ampio come quello delle coste venete.

Il progetto. L’idea è nata dall’Usl 4, ma è stata accolta positivamente dalle vicine Usl 3 e 5 e dai relativi primi cittadini dei luoghi che di recente hanno costituito la conferenza dei sindaci con l’obiettivo di avviare iniziative coordinate su tutto il territorio e promuoversi al mondo come un unico grande litorale. La realizzazione del progetto di turismo sociale costerà un totale di 650 mila euro: 505 mila provenienti dall’ultima parte di un finanziamento ministeriale di due milioni avviato quattro anni fa, da 122 mila euro della Regione e 23 mila dalle Usl. In pratica il 90% è finanziato dal ministero del Turismo e il 10% dal Veneto. Almeno una spiaggia dei comuni citati verrà attrezzata seguendo il modello dell’attuale spiaggia Nemo di Jesolo, mentre sarà possibile per le altre spiagge attrezzarsi per avviare il progetto il prossimo anno.

Vacanze in salute. Secondo l’Unione Europea l’11% della popolazione, pari a 37 milioni di abitanti di cui 4 milioni italiani, è affetto da disabilità permanente. Spesso si tratta di persone che hanno più tempo libero e dispongono di un potere di acquisto analogo alle altre fasce di popolazione. Il problema è che le mete di viaggio non sono spesso attrezzate per questo target. «In questi ultimi anni», ha spiegato Bramezza, «le aziende socio sanitarie del litorale hanno operato per trasformare il concetto di vacanze sicure in vacanze in salute, puntando non solo all’assistenza medica, ma anche alla produzione del benessere, dai consigli per la salute a una maggior attenzione ai bisogni delle persone diversamente abili, come dimostra il modello spiaggia Nemo di Jesolo dove si sente una calda accoglienza».

Novità. «Non si tratta di spiagge solo per portatori di disabilità», ha sottolineato Caner, «ma di spiagge accessibili a tutti. Anche una mamma con una carrozzina può sentirsi meglio se trova una passerella accessibile». Così in queste spiagge si potranno trovare tablet con le istruzioni nella lingua dei segni, degli operatori socio sanitari per offrire un supporto (per esempio nelle cabine o se un familiare deve astenersi per un certo tempo), una segnaletica per non vedenti e anche delle file di ombrelloni con una certa distanza uno dall’altro.

Bolkenstein. I Comuni che preparano il bando per le concessioni delle spiagge potrebbero favorire questo tipo di attività: «Speriamo sempre che i concessionari siano veneti», ha detto Caner, «e se questo può essere un requisito i Comuni lo possono inserire».

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