Venezia, annegato in Canal Grande. Acquisiti cinque filmati
Chiarita la dinamica dell’episodio e le intenzioni del giovane di farla finita. La Procura non esclude di poter visionare anche altri eventuali video amatoriali
di Rubina Bon
VENEZIA. Cinque filmati acquisiti dalla Procura della Repubblica di Venezia sulla morte di Pateh Sabally, il 22enne originario del Gambia annegato domenica pomeriggio nelle acque del Canal Grande, di fronte alla stazione di Santa Lucia. Sono le immagini riprese da quattro telefoni cellulari di altrettanti testimoni del dramma e i fotogrammi della telecamera montata su uno degli imbarcaderi Actv a Santa Lucia.
Le immagini non fanno che chiarire la dinamica dell’episodio e le intenzioni suicidarie del giovane africano. Tutto avviene in pochissimo tempo. Dai video risulta che Pateh Sabally si sia buttato in acqua, quindi si sia tolto il giubbotto. Il giovane volontariamente finisce sott’acqua con la testa, poi riaffiora. Pare tenersi a galla e andare verso il centro del Canal Grande.
È in quel momento che passa il vaporetto: il pilota si accorge di cosa sta succedendo, fa marcia indietro per aiutare il giovane. Il marinaio e i passeggeri lanciano all’africano quattro salvagenti, uno dopo l’altro. C’è un momento in cui Pateh è circondato dai salvagenti, ma non li afferra. Il marinaio apre il barcarizzo per un ultimo, disperato tentativo di salvare il giovane. Tutto inutile. In quel momento Pateh finisce sotto il vaporetto e non riemerge più. Lo troveranno i sommozzatori poche decine di minuti dopo sul fondo del Canal Grande.
Il pubblico ministero Massimo Michelozzi non esclude che nelle prossime ore possano essere acquisiti anche altri filmati - in particolare video amatoriali - dell’episodio. Verranno vagliati dalla Procura anche eventuali insulti e frasi a sfondo razzista lanciati dalle rive nei confronti di Pateh e registrati nei video. Al momento i primi riscontri sui video disponibili non farebbero presupporre tuttavia alcuna rilevanza penale per istigazione al suicidio.
Sono state passate al setaccio anche le condotte dal personale di Actv per sgomberare il campo dalla possibile ipotesi di reato di omissione di soccorso. Il pm ha chiarito che, stando al regolamento dell’azienda di trasporto, dinnanzi a una persona in acqua il personale ha l’obbligo di gettare i salvagenti in acqua e non di tuffarsi.
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È ancora in corso di valutazione da parte della Procura lagunare la necessità o meno di effettuare l’autopsia sul corpo del giovane del Gambia. Il pm scioglierà la riserva nelle prossime ore. Con sé, Pateh aveva il permesso di soggiorno, il passaporto e la carta d’identità rilasciata nel 2015 dal Comune di Pozzallo (Ragusa), dove però il civico della residenza era errato. Non si escludono controlli in un secondo tempo sulla veridicità dei documenti.
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