Sentenza Pilsen, il Comune può attendere
Cazzavillan ricorre in Cassazione per non pagare i 16,5 milioni di euro di danni per la vendita saltata

Il Comune dovrà ancora aspettare per incassare gli oltre 16 milioni di euro di risarcimento per il danno subìto per la mancata vendita del complesso immobiliare ex Pilsen - dove presto dovrebbe arrivare uno “store” del marchio Zara - all’imprenditore alberghiero veneziano Lino Cazzavillan.
La Società Cavalletto e Doge Orseolo di Cazzavillan ha infatti impugnato la sentenza della Corte d’Appello che aveva stabilito che essa rimborsasse il Comune e sarà ora la Corte di Cassazione a dover dire l’ultima parola sulla tormentata vicenda. Cazzavillan si era prima impegnato ad acquistare per oltre 42 milioni di euro il complesso dove ora aprirà lo store di Zara, di proprietà comunale, senza che poi però la vendita si fosse conclusa. Dopo che l'affare con Cazzavilan era andato in fumo, l'amministrazione guidata da Orsoni aveva una gran fretta di chiudere quell'affare per poter chiudere il bilancio in pareggio e, così, in fretta e furia aveva indetto una nuova asta il 26 novembre 2012, gara però andata deserta, ma il 17 dicembre era arrivato a Ca'Farsetti una proposta di acquisto della Mediterranea Sviluppo srl e una settimana dopo con la trattativa diretta l'ex Pilsen finiva alla società di cui era amministratore unico Piero Coin, figlio di Piergiorgio, per 26 milioni di euro.
Cazzavillan, però, aveva reagito presentando un esposto in Procura contro il sindaco per abuso d'ufficio, che è già stato archiviato, e avviando una causa civile presso il Tribunale di Venezia chiedendo al Comune oltre 5 milioni. I primi a dargli torto erano stati i giudici di primo grado, i quali avevano stabilito che il comportamento del Comune nella vicenda dell'ex Pilsen era stato corretto e condannava la società di Cazzavillan a pagare all'Amministrazione 12 milioni di euro per il danno che avrebbe subìto con la mancata effettuazione della prima vendita e il conseguente abbassamento di prezzo. La Corte d'appello aveva poi stabilito che al Comune Cazzavillan dovesse pagare 12 milioni più altri 4 e mezzo, con l’esecutività immediata della sentenza. Per questo il Comune aveva inserito in bilancio i 4,5 milioni di aggiunta, salvo poi spostarli tra i crediti di dubbia esigibilità, visto il ricorso in Cassazione di Cazzavillan.(e.t.)
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