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Bilancio approvato, rissa sindaco-Pd

Insulti a Ferrazzi. Lui replica: «Offende la città». Brugnaro annuncia a sorpresa: «Ridiamo le deleghe alle Municipalità»

di Alberto Vitucci
2 minuti di lettura

Bilancio approvato a maggioranza dal Consiglio comunale. Soddisfazione del sindaco Luigi Brugnaro: «Un grande risultato. E in sei mesi abbiamo diminuito il debito di 30 milioni». Proteste dalle opposizioni. «Questa amministrazione ha aumentato le tasse», dice Nicola Pellicani, «la Tari e l’Irpef. Lasciano a casa i precari e diminuiscono i servizi». Clima teso, con duri scontri verbali tra Brugnaro e il capogruppo del Pd Andrea Ferrazzi. «Va fora, cori! va via! Dentro quel serveo no ghe xè gnente!» il prologo la mattina durante la seduta della Città metropolitana. Nel pomeriggio, a Ca’ Loredan: «Disastro de omo, porta sfiga». Ferrazzi non l’ha presa bene. «Gli insulti restano appiccicati a chi li fa. Il sindaco manifesta la propria pochezza. Sul piano giuridico mi riservo ogni approfondimento a tutela della mia onorabilità e di quella della città».

Alla fine il bilancio passa. 23 voti a favore, dieci contrari. Le opposizioni (Pd, Lista Casson ad eccezione dell’ex candidato sindaco, assente, Movimento cinquestelle. A favore la Lista Brugnaro, Lega, Forza Italia, Ap, Lista Boraso, lista Zaccariotto. Rientra quasi del tutto anche la protesta del «Gruppo dei quattro», che da giorni attaccavano la manovra. Alla fine due di loro votano a favore (Ciro Cotena e Giancarlo Giacomin), gli altri due (il vicecapogruppo Renzo Scarpa e il generale dei carabinieri in pensione Ottavio Serena non si fanno vedere. «Quando tornano dovremo fare due chiacchiere», commenta duro il sindaco.

Un gesto politico il non voto sul bilancio. Una spina nel fianco del sindaco che si aggiunge alle proteste dei precari e dei dipendenti comunali. «Le amministrazioni precedenti hanno promesso posti di lavoro e adesso tocca a noi affrontare la questione», dice Brugnaro. «Bilancio prudenziale, e lo abbiamo chiuso entro l’anno», commenta soddisfatto l’assessore Michele Zuin, «significa che questa amministrazione lavora». Critiche a raffica dalle opposizioni. I Cinquestelle presentano mozioni per chiedere modifiche e criticano l’impianto della manovra. E soprattutto la mancanza di volontà per la soluzione del problema precari. «Alla faccia del dialogo i nostri 28 emendamenti sono stati tutti bocciati», dicono Andrea Ferrazzi e Monica Sambo del Pd. Pellicani insiste sul fatto che la manovra della giunta è quella del commissario: tagli e aumenti di tariffe. «La Tari al 5,5 per cento», spiega, «l’Irpef al massimo, 0,8 per mille, con esenzione per redditi di 10 mila euro, sotto la soglia di povertà. Con la giunta Orsoni erano 17 mila. Aumenti della Cosap e delle tariffe per le società sportive e le piscine, che aumenteranno le tariffe».

Brugnaro tira dritto. «In sei mesi abbiamo diminuito il debito di 30 milioni, grande risultato grazie al lavoro di tanti», dice. Annuncia il «cambiamento della macchina». «Prima con il piano anticorruzione, adesso con la riorganizzazione». Elogia uno a uno i suoi assessori e i consiglieri di maggioranza. «Un bilancio importante, e siamo di fronte a fatti oggettivi», continua Brugnaro, «abbiamo fatto un patto con il governo per portare in città 450 milioni di euro». Infine l’annuncio che spiazza tutti: Ridaremo le deleghe ai presidenti delle Municipalità», scandisce il sindaco, «non perché minacciati, ma pensiamo che certe cose siano utili ai cittadini». In aula intanto si parla di pianini, Brugnaro riceve un gruppo di giovanissimi regatanti della Storica e gli consegna i premi aggiuntivi. Poche decine di euro, un riconoscimento simbolico. «Siete il futuro di una grande tradizione veneziana», dice.

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