«Giudice di pace a rischio, servizio da salvare»
La Camera degli avvocati chiede un incontro urgente con il sindaco e il consiglio comunale

CHIOGGIA. Avvocati sul piede di guerra per il possibile rischio di chiusura del Giudice di pace. «Abbiamo chiesto un incontro al presidente del Consiglio comunale e a tutti i capigruppo», dice la presidente della Camera avvocati di Chioggia, Anna Berto, «e abbiamo sollecitato anche i presidenti del Tribunale e dell’Ordine degli avvocati a esaminare la questione, per le possibili conseguenze sulla cittadinanza».
Per capire il problema serve un passo indietro ai tempi del governo Monti, (novembre 2011-aprile 2013), quando, con due diversi decreti, venne stabilita la soppressione dei piccoli tribunali e di molti uffici decentrati del Giudice di pace. Il tribunale di Chioggia, nonostante le proteste, venne chiuso nel settembre 2013 ma il Giudice di pace venne “salvato” in base alla clausola che permetteva il mantenimento di quegli uffici delle cui spese di funzionamento, personale impiegatizio compreso, si facessero carico i Comuni. L’allora sindaco Casson si impegnò in tal senso spostando cinque dipendenti comunali negli uffici giudiziari e garantendo (come era da sempre) la manutenzione della Cittadella della giustizia a carico del Comune. Ma la spesa è ingente, anche perché i Comuni di Cavarzere e Cona, in tempi e modi diversi, non hanno aderito all’iniziativa e, quindi, il costo del Giudice di pace lo paga solo Chioggia. Oltretutto è già in programma lo spostamento, nei locali dell’ex tribunale, della Polizia locale e dei Servizi demografici.
«Durante un incontro, lo scorso 19 ottobre»,spiega l’avvocato Berto, «il sindaco Ferro ci ha confermato le difficoltà economiche dell’amministrazione e fatto capire che il mantenimento del Giudice di pace è sempre più difficile. Come avvocati abbiamo fatto presente, invece, che questo servizio diventerà sempre più importante. Dalla prossima primavera aumenteranno i valori della cause ammissibili (dagli attuali 5.000 euro a 50 mila) e diventeranno di sua competenza anche le esecuzioni immobiliari (sfratti) e la volontaria giurisdizione (tutori, amministratori di sostegno, ecc.). Dunque aumenterà il numero dei cittadini che rischiano di doversi recare a Venezia. Inoltre il Comune non risparmierà nulla, perché continuerà a pagare i cinque dipendenti in distacco, sia pure destinandoli ad altri compiti, ma i cittadini perderanno un altro servizio».
Diego Degan
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