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Gpl, nuovo esposto del comitato

La diffida al ministero dell’Interno e al dirigente dell’Urbanistica

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CHIOGGIA. Un nuovo esposto contro l’impianto gpl di Val da Rio. Il comitato No Gpl affila le armi e prosegue la battaglia con altre due mosse: un esposto al Comitato tecnico interregionale del ministero dell’Interno e una diffida al dirigente comunale all’urbanistica Stefano Penzo per sollecitare un atto di annullamento in autotutela della delibera del 2014 con cui il suo predecessore Mohammad Talieh Noori diede il via libera urbanistico all’impianto. Nella recente commissione consiliare sul gpl le strade intraprese dal comitato e dall’amministrazione si sono in parte separate, ma il comitato non rinuncia a insistere sulla necessità dell’atto in autotutela che invece il Comune considera inutile perché, trattandosi di un impianto di rilevanza strategica nazionale, il parere del Comune viene bypassato dai ministeri. Per il comitato si tratta del secondo esposto, il primo è stato presentato un mese fa alla Procura e ai carabinieri del Noe per chiedere verifiche sulla natura del sottosuolo, molto vicino alla vecchia discarica.

Ora la segnalazione è stata invece inviata al Comitato interregionale (e per conoscenza a molti altri enti) e si basa sul mancato coinvolgimento della popolazione per un impianto considerato “a rischio rilevante” e sulla “carenza dell’istruttoria preliminare” diffidando a procedere con il rilascio del Rapporto di sicurezza definitivo. «In caso di mancato riscontro», spiega Roberto Rossi, presidente del comitato, «ci riserviamo ogni azione amministrativa, civile o penale. Oltre all’esposto ci stiamo muovendo per notificare una diffida al dirigente comunale all’urbanistica, finalizzata a ottenere la certificazione autentica sul parere di conformità urbanistica espresso dall’ex dirigente in sede di Conferenze dei servizi convocate come istruttoria del procedimento di autorizzazione, parere che di fatto ha aperto la strada all’autorizzazione ministeriale. C’è tempo fino alla fine di novembre per procedere con una richiesta di annullamento in autotutela dell’autorizzazione alla costruzione del deposito. L’amministrazione dice che ci sono altre strade da percorrere, bene, ma si percorra anche questa che è decisivamente la più incisiva».

La giunta, che ha di recente assegnato un incarico di assistenza a un avvocato veneziano specializzato in diritto marittimo, intende invece procedere con due diffide indirizzate alla Capitaneria di porto e alla Città metropolitana con cui si elencano tutti i motivi ostativi al rilascio delle autorizzazioni all’utilizzo delle banchine e al rilascio del Piano di sicurezza integrato. «A breve organizzeremo anche una grande manifestazione cittadina», conclude Roberto Rossi, «e l’amministrazione comunale ci ha assicurato il pieno appoggio».

Elisabetta Boscolo Anzoletti

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