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Caro affitti e park salati moria di negozi in centro a Chioggia

Da Re (Ascom): «Più manifestazioni e parcheggi gratuiti per attirare la gente». Ma tra i proprietari c’è chi tiene i negozi sfitti piuttosto che abbassare il canone

Elisabetta Boscolo Anzoletti
1 minuto di lettura

CHIOGGIA. Sempre più serrande abbassate, nelle periferie come in centro storico. I negozi chiudono per colpa del caro affitti, di parcheggi troppo salati, di tasse pesanti e per la mancanza di attrazioni in centro. Un mix di fattori che scoraggia gli imprenditori e rende difficile quel turn over che fino a poco tempo fa ancora evitava di vedere insegne spente per mesi e vetrine vuote. I cartelli di “affittasi” e “vendesi” sono più frequenti nelle calli del centro, nella fondamenta e nelle zone periferiche, ma anche corso del Popolo non è immune da chiusure improvvise.

«Nei punti di scarso passaggio le serrande abbassate sono purtroppo davvero tante», spiega il presidente di Ascom, Alessandro Da Re, «il centro storico ancora resiste perché quando chiude un negozio è più semplice rimpiazzarlo. Gli imprenditori si spostano dove c’è passaggio e visibilità. Un problema del Corso è invece che non ci sono negozi con metrature abbastanza grandi per attirare marchi e catene che invece necessitano di spazi ampi. Una soluzione in questo senso potrebbe essere quella di cambiare le destinazioni d’uso dei primi piani aprendo negozi su più livelli, così come succede in tante città, a Matera ci sono negozi anche su tre piani». Ma come si spiegano tutte queste serrande abbassate? Tra le cause c’è sicuramente quella del caro affitti, ma non è la sola. Un negozio di 50 metri, in periferia, può costare anche 900 euro di canone al mese, proibitivi se non ci sono incassi di un certo tipo. «In centro storico le cifre sono anche molto più alte», spiega Da Re, «ci sono proprietari di stabili che preferiscono mantenere i negozi sfitti piuttosto che rivedere al ribasso quanto chiedono. Se poi associamo le tasse, nazionali e locali, e la crisi dei consumi capiamo che la forbice dell’utile diventa davvero molto sottile. In queste condizioni si fa fatica a tenere aperto e a convincere i giovani a avviare nuove attività».

Ci sono poi motivazioni di contorno. I parcheggi che a ridosso del centro costano parecchio (1.50 euro la prima ora, 2.5 euro le successive) e la mancanza di eventi periodici che attirino la gente in centro. «Quando ci sono manifestazioni le persone arrivano, girano e spendono», spiega il presidente dei commercianti, «si dovrebbero poi trovare degli sconti per i park, nella prima ora magari per chi viene in centro a fare qualche spesa veloce, oppure riproporre la gratuità nei pomeriggi dei weekend che negli anni passati ha dimostrato di funzionare. L’importante è riuscire a far arrivare la gente in centro, poi la qualità dei nostri commercianti farà il resto».

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