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Mantovani, a rischio 202 posti di lavoro

L’azienda ha annunciato la procedura di mobilità e quindi il licenziamento: a breve l’incontro al ministero del Lavoro

di Francesco Furlan
2 minuti di lettura

VENEZIA. La crisi dell’edilizia e della Mantovani mette a rischio il posto di 202 lavoratori: 32 a tempo determinato, i cui contratti non saranno rinnovati, e 170 dipendenti per i quali l’azienda ha annunciato la procedura di mobilità, e quindi il licenziamento. I sindacati sono al lavoro per ottenere la proroga della cassa integrazione.

Maurizio Boschiero, amministratore delegato del gruppo con sede legale a Mestre, lunedì 26 settembre ha comunicato gli esuberi ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali di categoria (Filca Cisl, Fenea Uil, e Fillea Cgil) in un incontro avuto nella sede padovana del gruppo, in via Belgio.

LA SITUAZIONE La situazione dell’azienda è critica: dopo i lavori per la piattaforma dell’Expo di Milano, gli unici cantieri aperti in Italia sono quelli del Mose, e della fornitura di servizi degli ospedali di Mestre, Vicenza e Trento a valle degli interventi realizzati con il project financing.

I CONTI Nel corso dell’ultimo anno il fatturato è calato del 70%, scendendo dai 450 del 2014 ai 180 del 2015. All’estero la Mantovani sta lavorando al Porto di Aqaba, unico sbocco sul mare della Giordania, dove ha vinto una commessa da 40 milioni, e in Tanzania per la realizzazione di una strada, ma in entrambi i cantieri utilizza manodopera locale. In Italia, il prossimo cantiere, arriverà con l’inizio del 2017, al Porto di Napoli, dove la Mantovani ha vinto un appalto di 12 milioni per lavori idraulici e al sistema fognario, e per il quale è in attesa di firmare il contratto definitivo con l’Autorità portuale.

«Stiamo cercando commesse ovunque il mercato le proponga compreso il settore dell’alta velocità», spiega l’ad del gruppo, «ma al momento la situazione è complicata. Senza contare che quanto successo con lo scandalo del Mose non ci ha certo aiutato». È lo stesso contesto di un anno fa quando la società, a causa del «perdurare dello stato di crisi aziendale» avviò la cassa integrazione straordinaria (Cigs) per tutti i dipendenti.

MOBILITA' Lunedì in vista del prossimo 25 ottobre quando si concluderanno i dodici mesi di Cigs, la Mantovani ha quindi annunciato la procedura di Mobilità per 170 dipendenti su 366: sono 105 operai, 31 tecnici di cantiere, 4 dirigenti e 30 impiegati degli uffici - amministrativo, tecnico e legale - della sede di Padova. Ora la discussione si sposta al ministero del Lavoro e delle politiche sociali come concordato tra i rappresentanti di Filca Cisl (Alberto Franzo), Feneal Uil (Adriano Brinis) e Fillea Cgil (Francesco Andrisani) che hanno delegato alle segreterie nazionali la richieste di un incontro al ministero. «Una partita che riguarda così tanti lavoratori», spiegano i rappresentanti sindacali, «non può essere risolta in sede aziendale ma necessita dell’interessamento del governo».

PROSPETTIVE L’obiettivo è riuscire a concordare con il ministero la proroga della cassa integrazione, per un anno o per sei mesi, tenendo ben presente che la fine del 2016 segnerà una rivoluzione, con il Jobs Act del governo Renzi, per l’erogazione degli ammortizzatori sociali. Dal 1 gennaio 2017 infatti la Mobilità verrà abolita e integralmente sostituita dalla Naspi. «Siamo entro i termini per chiedere la proroga della cassa integrazione possibilmente per un anno», è la riflessione dei rappresentanti sindacali, «sperando che nel frattempo l’azienda acquisisca nuovi appalti che permettano di azzerare o limitare le richieste di mobilità». L’incontro potrebbe tenersi già nel corso di questa settimana. «Speriamo che l’incontro di Roma», aggiunge l’amministratore delegato della Mantovani, «aiuti a risolvere la situazione: noi ce la stiamo mettendo tutta per cercare nuove commesse».

f.furlan@nuovavenezia.it

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