Via Manin, luci spente e serrande giù a Mestre: così il centro muore
L’amarezza degli esercenti che avevano puntato su questa zona. La titolare di Zooplanet: «Eventi? Neanche l’ombra»
di Marta Artico
mestre. Via Manin buia e dimenticata. Ci sono negozi sfitti da 3-5 anni, altri chiusi da poco, vetrine utilizzate solo per fare pubblicità alla sagra di turno.
Via Manin dovrebbe essere una delle vie centrali, appena rifatta, esteticamente bella, eppure come altre strade della città, è semideserta. Emilia Fornaroli, è titolare di Zooplanet, negozio di animali del primo tratto della via. Davanti a lei ha appena chiuso Maso Calzature, a fianco hanno abbassato le serrande altri negozi, tra cui un'attività che era stata avviata da poco da una ragazza che ce l'ha messa tutta, per poi lasciare. «Eventi? Neanche l'ombra» spiega «Gli anni scorsi tra settembre e ottobre tenevo aperto tutte le domeniche, a Mestre l'autunno era pieno di iniziative e i fornitori mi chiamavano già per il Natale, perché con i banchetti di dicembre il centro si riempiva e vendevamo un sacco. C'è poco da dire, se porti gente, viene anche chi compera. Il Settembre mestrino un tempo era qualche cosa di atteso, lo aspettavamo noi e anche i cittadini. Adesso niente di niente».
Prosegue: «Qui ci sono negozi chiusi da anni, e a chiudere è chi lavorava da moltissimo tempo, gli storici, non persone che non sanno lavorare. Quest'anno sono seriamente preoccupata, cambia l'ora, viene il buio e le vetrine sono spente, la gente arriverà all'inizio della via, a metà, poi vedrà tutto spento e tornerà indietro. Perché qui, le luci non ci sono, le uniche sono le nostre, quelle delle vetrine dei commercianti, le mie, quelle dei due-tre negozi rimasti di fronte. Ho gente che viene da fuori, tutti dicono la stessa cosa, che Mestre è triste».
Racconta ancora: «E poi c'è il problema degli affitti, io pago 2mila euro al mese, nessuno vuole diminuire e non interessa da quanti anni sei in un posto, non si accetta l'idea di abbassare, meglio tenere sfitto, come qui a fianco. Il commercio, la città, non si risollevano con il vin brulè a parco Piraghetto o lo zucchero filato in giro». «Ci preoccupa l'inverno», spiegano all'interno dell'Ottica Manin, «noi siamo qui da 23 anni, ma la situazione è precipitata. Hanno chiuso il negozio storico qui a fianco, Maso, la Brasserie, Scarpon da un pezzo. Non c’è illuminazione, siamo rimasti in pochi ad accendere le vetrine, ma quando chiudi il negozio alle 19.30 con l'incasso, esci ed è tutto buio e chiuso, magari ti trovi due energumeni davanti non è bello, neanche nei confronti di chi viene da fuori. E poi si deve aggiungere l'assenza dei parcheggi e la circolazione a traffico limitato, che non ha più senso. La gente a Mestre non ci viene e anche i clienti storici fanno fatica ad arrivare, senza contare la gente che gira».
Aggiunge: «È strano che a chi amministra non interessi se una strada sta chiudendo, se non c'è illuminazione, se pian piano le aree si degradano. Da quando è stata aperta galleria Barcella, la situazione è peggiorata per quel che riguarda il passaggio di gente. Sarebbe un peccato doversi trasferire perché non si fa nulla, a cominciare da eventi e iniziative che coinvolgano il centro». La seconda parte di via Manin, quella che sbuca in via Torre Belfredo, non è messa meglio, vetrine chiuse, serrande abbassate, qualche negozio che resiste.
I commenti dei lettori