In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Profughi, Alfano apre a Panfilio «Soluzioni alternative per Cona»

Missione positiva a Roma del sindaco ricevuto dal ministro con i colleghi di Agna, Bagnoli e Tribano Hanno ottenuto assicurazioni dal responsabile del Viminale che però non conosceva la situazione

di Diego Degan
1 minuto di lettura

CONA. Non è stato né risolutivo, né conclusivo l’incontro che i sindaci di Cona, Agna, Bagnoli e Tribano hanno avuto con il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ieri mattina, a Roma, sul problema dei profughi.

Ma non poteva essere diversamente e, comunque, «Alfano ha garantito il suo interessamento per trovare soluzioni alternative», dice il sindaco di Cona, Alberto Panfilio. «Quali siano queste alternative, non lo so, ma non spetta a noi sindaci definirle». Dopo poco più di un anno dall’arrivo dei primi 50 profughi alla ex base di Conetta e gli innumerevoli tentativi di trovare un “equilibrio” che permetta una serena convivenza tra i residenti e i migranti, forse, proprio l’«interessamento» promesso ieri, potrebbe essere l’occasione per invertire la tendenza. «Come immaginavamo» racconta ancora Panfilio «Alfano non era al corrente della situazione specifica dei nostri comuni». E’ toccato allora ai sindaci (oltre a Panfilio, quello di Agna, Gianluca Piva, di Bagnoli, Roberto Milan e di Tribano, Piergiovanni Argenton, accompagnati per l’occasione dall’ex consigliere regionale Clodovaldo Ruffato) spiegare, nella mezzora dell’incontro, quanto sta accadendo tra la bassa padovana e la bassa veneziana. Due centri di accoglienza temporanea, Conetta e Bagnoli, con oltre 1200 migranti: un numero superiore, in entrambi i casi a quello degli abitanti delle frazioni (Conetta e San Siro) che li ospitano. Basterebbe questo a spiegare la tensione che si genera sul territorio. Aggiungiamo i rapporti sociali che, sulla base dell’etnia e della religione, si instaurano tra i migranti delle due zone e della vicina Padova, l’andirivieni di coloro che arrivano, ma non si fermano, nei centri di accoglienza, gli inevitabili conflitti sociali nei ristretti ambiti delle ex basi militari, le condizioni di vita, sotto i tendoni in plastica, che esasperano l’animo di molti profughi e si capisce perché sia quasi un miracolo che nulla di veramente grave sia accaduto finora. «I nostri concittadini hanno dato prova di essere accoglienti e solidali» dice Panfilio «ma i timori restano», alimentati anche dagli scontri fisici, al limite dell’aggressione, che si sono verificati più volte tra i profughi. E a nulla sono valsi i tentativi, anche del prefetto, di “alleggerire” la situazione, stante il rifiuto di molti comuni del circondario di “farsi carico” anche di una quota minima di migranti. Situazione che fa dire a Panfilio: «l’accoglienza diffusa non funziona».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

I commenti dei lettori