Omaggio della città ai sette martiri
L’assessore De Martin ricorda i partigiani trucidati dai nazisti

«Sette vite spezzate, simbolo di tutti coloro che combatterono per opporsi alla barbarie, perché l'Italia diventasse il Paese libero e democratico che noi oggi conosciamo». Con queste parole l'assessore comunale all'Ambiente, Massimiliano De Martin, ha ricordato ieri pomeriggio in Riva Sette martiri i partigiani trucidati il 3 agosto 1944 nella feroce rappresaglia attuata dal comando nazista, dopo la morte di una sentinella in servizio sulle navi della Marina germanica attraccate alla Riva allora denominata dell’Impero.
Alla cerimonia di commemorazione sono inoltre intervenuti, tra gli altri, Gianluigi Placella e Lia Finzi della sezione Anpi “Sette Martiri” di Venezia, il consigliere della Municipalità di Venezia Murano Burano, Gabriele Piasentini, e i rappresentanti delle associazioni dei combattenti e dei reduci di guerra che hanno reso omaggio ad una lapide ai caduti della prima Guerra mondiale, vicino alla chiesa di San Giuseppe, al Monumento alla partigiana e a quello che ricorda i caduti, soprattutto militari, in prigionia, in particolare nei campi di mezza Europa, quelli imprigionati dai tedeschi.
«I sette giovani martiri che oggi ricordiamo», ha sottolineato De Martin, «subirono un doppio tragico torto: dopo aver perso la libertà ed essere stati rinchiusi in carcere per aver coraggiosamente espresso i propri valori, furono sacrificati per un crimine mai commesso. La violenza cieca rende ciechi, confonde la realtà dei fatti, fa vedere il male anche dove non c'è, spinge a vedere un nemico in ogni persona che ha un'opinione diversa dalla nostra». Placella dell’Anpi ha puntato a mettere in luce anche i rischi del presente, ricordando quello che accade in alcune delle nazioni europee, dove il razzismo, simile a quello di allora, sembra risorgere così come il nazionalismo, che nel secolo scorso funzionò come un vero e proprio motore per il fascismo in Italia e per il nazismo in Germania.
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