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Aurora finì in carrozzella, condannato

Dolo. Due anni al giovane che provocò l’incidente, eviterà il carcere se verserà 50 mila euro alla bimba e alla mamma

di Giorgio Cecchetti
2 minuti di lettura

DOLO. Due anni di reclusione, ma la sospensione della pena grazie alla condizionale scatterà soltanto se l’imputato verserà la provvisionale che il giudice veneziano Alberto Scaramuzza ha deciso: 50 mila euro per la madre Tania Maritan ed altri 50 mila per la figlia Aurora, rimasta su una carrozzella a causa dell’incidente stradale provocato dal 30enne di Camponogara Andrea Pelizza. Questa la sentenza letta ieri dal magistrato dopo che il pubblico ministero Carlotta Franceschetti, nella scorsa udienza, aveva chiesto la condanna a tre anni di reclusione, ritenendo che non si dovevano riconoscere a Pelizza le attenuanti generiche, dal momento che lo stesso si era già reso responsabile, prima dell'incidente in questione, di una guida in stato di alterazione psicofisica. Madre e figlia si erano costituite parti civili con gli avvocati Augusto Palese e Paolo Vianello, che avevano chiesto un risarcimento di oltre dieci milioni di euro, risarcimento che l’assicurazione ha soltanto in parte versato, si tratta di un acconto, e proprio per avere il resto i due legali inizieranno la causa civile.

Il giovane imputato doveva rispondere di aver ridotto in carrozzella la piccola Aurora, invalida al 90 per cento, e al 60 per cento la madre, a causa di un incidente stradale di cui è accusato di essere stato il responsabile. Il fatto era accaduto all'altezza di Lughetto: Pelizza, stando all'accusa, si era messo alla guida della sua Fiat Bravo dopo aver assunto sostanze stupefacenti. Infatti era accusato di lesioni colpose aggravate dal fatto di aver provocato l'incidente stradale in stato di alterazione dovuta alla marijuana che aveva fumato poco prima. L'incidente era accaduto il 19 gennaio 2013, la madre e la figlia erano a bordo di un Twingo, la piccola nel seggiolino sul sedile posteriore. Pelizza era uscito in retromarcia da una stradina laterale e si apprestava a fare inversione a U senza dare la precedenza alla Twingo, l'aveva centrata e la piccola auto era finita contro una Passat che proveniva dalla corsia opposta, a bordo della quale c'era un'intera famiglia, i componenti della quale erano rimasti feriti. L'auto in cui c'era Aurora e la madre si era accartocciata e sia l'una che l'altra avevano riportato numerose fratture e sono rimaste entrambe in coma per settimane. Da considerare che l'imputato, in precedenza, era già stato condannato a 4 mesi di arresto, mille euro di ammenda, con revoca della patente e confisca dell'automobile per essere stato «pizzicato» alla guida in stato di alterazione.

L'avvocato Vianello ha evidenziato come la vita di Tania Maritan fosse stata irrimediabilmente sconvolta dal gravissimo incidente, dovendo dedicarsi in maniera integrale alla cura e all'assistenza della figlioletta Aurora, costretta in sedia a rotelle: per questo ha chiesto un risarcimento di poco superiore ai due milioni. L'avvocato Palese, difensore di Aurora, ha chiesto per la bambina costretta in carrozzella per tutta la vita un risarcimento di 10 milioni e 381 mila euro.

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