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Un “gioiello” da far splendere pienamente

Un “gioiello” capace di regalare scorci suggestivi nel cuore della terraferma: lo snodo centrale di quello che fu il celebre campo trincerato di Mestre, Forte Marghera, ha segnato la storia del...

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Un “gioiello” capace di regalare scorci suggestivi nel cuore della terraferma: lo snodo centrale di quello che fu il celebre campo trincerato di Mestre, Forte Marghera, ha segnato la storia del territorio circostante fin dal secolo scorso, ma solo 12 anni fa ha aperto i suoi cancelli ai cittadini, offrendo uno dei più vitali e genuini luoghi d’aggregazione della provincia. Con i suoi 48 ettari e costruito a cavallo del canal Salso, il complesso del Forte è ampio e ricco di strutture, molte rimesse a nuovo, alcune inghiottite dalla vegetazione, la maggior parte in attesa di interventi; le pietre austriache, le aggiunte napoleoniche e quelle italiane raccontano il suo passato, turbolento ma eroico. Forte Marghera ha perso ogni funzione militare ancora negli anni Ottanta, ma ci sono voluti decenni perché i mestrini potessero scoprire i suoi segreti: dal 2004 il complesso, tornato nelle mani del Comune, è stato dato in gestione e aperto al pubblico. Entro le sue mura sagomate come una stella hanno trovato spazio realtà importanti: oltre alla recente installazione della Biennale di Venezia, nel Forte ha sede il museo delle imbarcazioni tradizionali, altre aree sono concesse alla Fenice e ai laboratori artistici e storici, mentre dall’omonima arteria mestrina fino alla assolata baia coperta d’erba, a gestire la ristorazione, gli spettacoli, le attività culturali e tutto quello che consegue sono principalmente i ragazzi della cooperativa sociale Controvento. Negli scorsi mesi, dopo battaglie legali e lunghe indecisioni, Forte Marghera è stato assegnato ad una nuova fondazione presieduta da Cesare Castelli, già commissario della Provincia di Venezia, che dovrà occuparsi del suo recupero e rilancio, incorporando quanto di positivo è già stato fatto.

Giacomo Costa

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