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Condannata si tinge i capelli riconosciuta, è finita in cella

CAVALLINO. Nonostante si fosse data la tinta ai capelli, i carabinieri l’hanno riconosciuta durante un normale pattugliamento nel centro storico di Ca’ Savio ed arrestata per cumulo di pena (oltre i...

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CAVALLINO. Nonostante si fosse data la tinta ai capelli, i carabinieri l’hanno riconosciuta durante un normale pattugliamento nel centro storico di Ca’ Savio ed arrestata per cumulo di pena (oltre i tre anni) mentre era al bar con degli amici.

Coordinati dal maresciallo capo, Cosimo Sorice, comandante della stazione di Cavallino-Treporti, i militari hanno arrestato poco oltre le 23 di martedì sera, Cristina Santapaola, 36enne originaria di Messina. La pregiudicata era ricercata perché colpita da un ordine di carcerazione per cumulo di pene derivanti da vari reati contro il patrimonio e violazioni degli obblighi imposti dall’autorità.

Su di lei inoltre pendeva la misura del foglio di via obbligatorio dal comune di Cavallino-Treporti e pertanto non era autorizzata a trovarsi tranquillamente in un bar del litorale, diniego che già in passato aveva varie volte violato e per tali violazioni era già stata denunciata all’autorità giudiziaria. Da un paio di giorni anche i carabinieri di Jesolo erano sulle sue tracce, essendo la ricercata ufficialmente residente in quella zona.

«La signora Santapaola», spiega il capitano Dario Girolamo Russo, comandante della compagnia carabinieri di San Donà, «probabilmente sapendo di essere ricercata, aveva tra l’altro cambiato colore di capelli col vano tentativo di confondere chi la cercava. Inoltre, alla vista dei carabinieri, è entrata repentinamente all’interno del bar con l’intenzione di far perdere le proprie tracce».

Comportamento troppo sospetto che non è sfuggito ai carabinieri. Una volta arrestata, la 36enne è stata condotta alla caserma sandonatese per gli accertamenti di rito e per procedere all’identificazione è stata poi accompagnata al carcere della Giudecca dove dovrà scontare la condanna di 3 anni e due mesi di reclusione.

Francesco Macaluso

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