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«Paccottiglia, bene il Governo ma serve un’altra idea di città»

Dibattito ai Calegheri sui provvedimenti annunciati sui veti alle aperture commerciali di poca qualità D’accordo commercianti e artigiani che chiedono però al Comune di pensare al futuro di Venezia

di Enrico Tantucci
2 minuti di lettura

VENEZIA. Tutti a fianco del Governo, che si accinge a varare - finalmente - una normativa che difenda le città storiche come Venezia dall’aggressione della paccottiglia turistica, restituendo ai sindaci il potere di veto sulle apertura di esercizi commerciali che non siano in linea con la qualità del centro storico. Ma anche un’accorata richiesta - rivolta soprattutto al Comune e alla giunta Brugnaro - di sviluppare un’idea di città alternativa o migliorativa della monocultura turistica, che ancora non si vede. Perché altrimenti qualunque divieto non riuscirà a fermare la deriva attuale. È questa la posizione delle categorie dell’artigianato e del commercio, riunite ieri nella Scoleta dei Calegheri dal Pd comunale per discutere appunto di turismo sostenibile a Venezia, ascoltando anche la senatrice Rosa Maria Di Giorgi - introdotta dal segretario comunale Maria Teresa Menotto e dal capogruppo del Pd a Ca’ Farsetti Andrea Ferrazzi - che ha già presentato un disegno di legge che riguarda le misure per tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella lista del patrimonio mondiale, come è Venezia. «Il provvedimento», ha spiegato ieri, «che dà ai sindaci la possibilità di tutelare le botteghe storiche e di avere potere di veto sulle aperture commerciali non consone con la tutela della città, potrebbe confluire nel decreto legislativo fatto approvare pochi giorni fa in Consiglio dei Ministri dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini e arrivare in tempi non lunghi all’approvazione parlamentare. Il mio disegno di legge individua anche piani di gestione che i sindaci come quello di Venezia dovranno attuare per stabilire le aperture commerciali consentite».

Da parte delle categorie, come detto, appoggio all’iniziativa, ma con qualche perplessità per la possibilità di cambiare davvero la situazione disastrosa di Venezia. Per Ernesto Pancin, segretario dell’Associazione pubblici esercenti, bisogna puntare sulla qualità per migliorare anche la situazione del turismo. Renato Fabbro, segretario generale della Cna teme che i buoi siamo ormai scappati dalla stalla e che dalla paccottiglia diffusa sia ormai impossibile liberarsi. Lucida l’analisi del segretario della Confartigianato, Gianni De Checchi, che auspica la rapida approvazione dei provvedimenti del Governo, ma ricorda che - anche con il potere decisionale del sindaco - le aperture dei negozi di qualità, legati alla tradizione veneziana non la si stabilisce per decreto. Serve la creazione di un mercato che a Venezia è proprio quello che, per questo tipo di esercizi, è stato “ucciso” dalle leggi sulle liberalizzazioni commerciali attuate senza alcuna protezione per i centri storici. L’unico soggetto che oggi fa una politica concreta sul turismo in città - per De Checchi - è la Biennale: con la sua offerta articolata è in grado di trainare quel turismo di qualità che è quello che manca e che eleva il livello di spesa, che la scorsa estate per gli artigiani veneziani è stato invece di una media di 13 euro per acquisto. D’accordo Maurizio Franceschi, direttore di Confesercenti Veneto, e Roberto Magliocco presidente di Ascom. Che il Comune, ora, batta un colpo.

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