Venezia al top, ma i cinesi tradiscono
Canoni d’affitto altissimi, anche se non come Milano e Roma. Calo del 31% negli acquisti dei clienti dell’Estremo oriente
di Vera Mantengoli
Le calli veneziane tengono testa alle vie più fashion d’Italia, ma i cinesi iniziano a preferire altre mete. I dati arrivano dal «Fashion Report» di Federazione Moda Italia di Confcommercio che colloca Venezia al terzo posto dopo Milano e Roma per quanto riguarda i canoni di locazione con una variazione positiva che in alcuni casi raggiunge il +35% (come Calle Vallaresso) con una media che va dai 1.470 ai 1.980 euro al metro quadro e la Frezzeria con una media dai 1.650 ai 2.250 euro al metro quadro. Un costo che all’anno equivale a un minimo di 135 mila euro a un massimo di 505 mila euro per 100 metri quadri.
Le aree più costose. In vetta spicca Campo San Bartolomeo con circa 5000 euro al metro quadro, seguito da San Marco, dalle Mercerie e dal Calle XXII Marzo che si posiziona poco più su dei 4000 euro al metro quadro. Per avere un mezzo di paragone: Milano e Roma, prestigiose capitali e fulcro delle più autorevoli e internazionali griffes di moda, continuano a rappresentare le mete più ricercate e di appeal nel retail high-street, con canoni che attestano un trend del +17%, rispetto al 2014: a Milano in Via Montenapoleone, si va da una media di 5.750 a 6.700 euro al metro quadro all’anno, e un +25% a Roma in Via Borgognona, dove per un metro quadro si paga una media dai 2.000 ai 2.500 euro e in Via Frattina una media che va dai 1.400 ai 1.750 euro al metro quadro.
Il calo dei cinesi. Per quanto riguarda lo shopping tax free, Venezia nel 2015 ha registrato nel un incremento del 27% rispetto al 2014, classificandosi al terzo posto dietro Milano (in vetta alle preferenze degli stranieri “malati” di shopping) e Roma. Ma desta una certa preoccupazione il calo del 15% negli acquisti da parte dei turisti cinesi, finora considerata una fonte sicura di guadagno. Se Milano sembra aver arginato quest’emorragia con un calo più contenuto del 6%, si attesta un calo a picco a Firenze (-17%), Roma (-25%) e soprattutto a Venezia (-31%). Un dato che preoccupa non poco, visto che hanno sempre rappresentato un bacino molto positivo di acquirenti in città.
Carte di credito. Nel 2015 sono stati positivi i dati sugli acquisti effettuati dagli italiani con le sole carte di credito (+3,7%), con situazioni territoriali quasi tutte in crescita, incluso il Veneto con un +5,6%. Lo afferma l’Osservatorio Acquisti CartaSì che riscontra un piccolo incremento delle spese nei negozi di abbigliamento, calzature, pelletteria, accessori, tessile per la casa ed articoli sportivi, pari ad una spesa di oltre 10,5 miliardi di euro.
In generale i maggiori spendaccioni continuano a essere i turisti ed è anche per questo che il presidente della Federazione Renato Borghi chiede «una strutturale riduzione delle tasse a famiglie e imprese, la conferma dell’eliminazione delle clausole di salvaguardia e un intervento di sostanza sulla riduzione della spesa pubblica» per rilanciare il Made in Italy.
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