Eni, l’urlo dei lavoratori «Non venda la Chimica»
Piena adesione allo sciopero contro l’ipotesi di cederla al fondo Sk Capital Il Governo: «Stiamo monitorando con la massima attenzione il negoziato»

MARGHERA. Impianti del cracking di Versalis spa del Petrolchimco al “minimo” tecnico ieri per il terzo sciopero nazionale dei chimici di Cgil, Cisl, Uil contro la vendita della società chimica del gruppo Eni al fondo di investimento americano Sk Capital. Per tutta la mattinata di ieri gruppi di delegati sindacali e lavoratori hanno presidiato le portineria 1 e 9 del Petrolchimico di Porto Marghera fino alle 14, ora in cui è terminata la protesta nella massima tranquillità.
Altri lavoratori e sindacalisti dei chimici hanno partecipato a Roma alla manifestazione tenutasi al Pantheon a cui hanno partecipato i segretari generali di categoria dei chimici e quelli di Cgil, Cisl, Uil (Camusso, Barbagallo, Furlan). Al termine della manifestazione affollata di lavoratori, bandiere e striscioni, i segretari generali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, Ugl (Emilio Miceli, Angelo Colombini e Paolo Pirani, Luigi Ulgiati,) hanno incontrato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti e il viceministro allo Sviluppo economico Teresa Bellanova. L’incontro è stato definito «interlocutorio» dai sindacati che hanno comunque ribadito la loro «contrarietà alla trattativa con un soggetto che a noi pare poco affidabile rispetto all'impegno che Eni dovrebbe avere sotto il profilo strategico a favore dello sviluppo industriale del nostro Paese».
I sindacati hanno quindi invitato i rappresentanti del Governo ad«assumere un ruolo di attore responsabile e attento, soprattutto in una fase delicata della trasformazione dalla chimica tradizionale alla chimica verde di Eni della quale è ancora azionista di riferimento». I sindacati si aspettano «risposte chiare» dal premier Renzi al quale hanno chiesto, come «un'impresa di cui è proprietaria la Cassa Depositi e Prestiti possa vendere ad un piccolo fondo americano Sk Capital che non è assolutamente in grado di fornire garanzie finanziarie nè industriali e ha sede alle isole Cayman e nel Delaware, vero paradiso fiscale all'interno degli Usa». Il 18 maggio chiederanno all' amministratore delegato di Eni, Descalzi, di interrompere subito la trattativa con il fondo che dura da settimane e settimane, segno che Eni stessa non è convinta dell’affidabilità di Sk Capital». I sottosegretari del Governo hanno risposto ai sindacati di «ritenere la chimica strategica per lo sviluppo industriale italiano» e hanno garantito ai segretari generali dei chimici «massima attenzione e fermezza nel monitoraggio del negoziato tra Versalis e Sk Capital per arrivare ad una una a accurata valutazione delle posizioni espresse dai rappresentanti dei lavoratori».
Gianni Favarato
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