Più poteri al sindaco sul degrado appello del Consiglio al governo
Documento, votato solo dalla maggioranza, per chiedere un decreto legge che garantisca il decoro L’opposizione: «Questa è la resa di Brugnaro». Approvato anche il bilancio consuntivo del 2015

Un documento votato dalla sola maggioranza per chiedere al governo un Decreto legge per «estendere i poteri dei sindaci» in materia di decoro e degrado urbano e l’approvazione del rendiconto al bilancio consuntivo 2015, con lo sforamento dell patto di stabilità per 18 milioni di euro, per il quale resta aperto il confronto con il governo. Sono due dei punti principali di cui si è discusso ieri in consiglio comunale a Venezia.
L’appello di Brugnaro. È stato il sindaco, in apertura, a proporre la mozione sul degrado. «Vogliamo approvare una mozione che chieda al Governo di varare subito per Comuni come il nostro un decreto-legge che doti il sindaco dei poteri minimi in materia di sicurezza che gli consentano di intervenire come è oggi non è autorizzato a fare. Vogliamo poter intervenire per mettere in cella almeno per una notte un ubriaco che disturba la quiete pubblica o, se è minorenne, fermarlo e darlo ai genitori. Oppure intervenire per sanzionare persone come quella che ha fatto la pipì davanti al cancello della persona che è stata poi colpita con un pugno e che desidero personalmente incontrare per chiedergli scusa a nome della città. È una mozione che vorrei approvassimo tutti insieme, ma se no lo faremo da soli, perché al di là delle speculazioni politiche è una risposta in termini di sicurezza che dobbiamo dare alla gente».
Il dibattito. Nel corso del dibattito, avvenuto in coda al Consiglio e con il sindaco assente, le cose sono andate in modo diverso e la votazione, al termine di molti interventi, si è conclusa con i soli voti favorevoli della maggioranza. L’opposizione, da parte sua, non ha partecipato al voto. Inutile, prima dell’apertura del dibattito, la riunione dei capi-gruppo consigliari che doveva servire a trovare una mediazione. Così non è stato. «Dispiace», è intervenuto Maurizio Crovato, capogruppo della lista Brugnaro «che l’opposizione non capisca che siamo in uno stato di emergenza. Poteva esserci la convergenza, ma la minoranza non ha voluto». Diverso il punto di vista dell’opposizione che chiedeva di rinviare il voto spostando la discussione in commissione consiliare. «Il sindaco, aveva promesso di liberare Mestre ma le cose sono peggiorate», ha spiegato Nicola Pellicani (Pd) «anche perché sono stati tagliati i fondi a quei servizi sociali che permettevano di ridurre il danno». Sulle stessa linea la consigliera Monica Sambo (Pd) - «E’ una resa del sindaco che si trova costretto a chiedere aiuto al governo» - e il consigliere del M5S, Davide Scano secondo il quale interventi che potevano essere fatti, come la modifica del regolamento di polizia urbana, sono fermi al palo. Contestato dal M5S anche il testo della mozione nel quale si parla, ad esempio, di «mendicità petulante». «Gli interventi li stiamo facendo, in via Piave come in Campo Santa Margherita», è intervenuto l’assessore Simone Venturini, «questo documento serve per lanciare un messaggio importante al governo».
Bilancio 2015. In apertura del Consiglio era stato approvato il rendiconto al bilancio consuntivo 2015, illustrato dall’assessore al Bilancio Michele Zuin, che ha ricordato come per lo sforamento del Patto di Stabilità 2015 per circa 18 milioni di euro si attendono sempre buone notizie dal Governo. Il disavanzo è di 65 milioni -per l’accantonamento dei fondi per crediti inesigibili deciso dal commissario Vittorio Zappalorto - ma “spalmato” su 28 annualità, e per 4 milioni riguardanti invece la spesa corrente. La Giunta li ha però recuperati, pagando già anche le ”quote” annuali di debito fino al 2017. Un’operazione da circa 7 milioni di euro grazie ancora a maggior entrate da Tari, Tasi, biglietti turistici Actv, Ztl bus e multe autostradali. (e.t.-f.fur.)
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