Migranti, sopralluogo nella base di Conetta
Nella piazza un sit-in della rete di associazioni “Bassa Padovana” per chiedere un’accoglienza degna

CONA. Ne erano stati annunciati un centinaio, ma i partecipanti al sit-in in piazza a Conetta, per una «accoglienza degna», sono stati solo una trentina. Eppure hanno provocato un piccolo terremoto, almeno dal punto di vista delle relazioni sociali e istituzionali. L’iniziativa, organizzata dalla rete di associazioni «Bassa padovana accoglie», voleva, sulla scorta delle molte notizie di stampa e delle proteste dei residenti per l’alto numero di migranti ospitati nella base di Conetta, «verificare la condizioni di accoglienza e di trattamento sanitario dei richiedenti asilo», dice Loris Ramazzina, uno degli organizzatori. Ma già all’inizio c’è stato qualche screzio con gli abitanti della frazione che hanno visto nella manifestazione un “appoggio” alla presenza dei migranti. In realtà, dice Ramazzina «noi siamo contrari a questi hub iper affollati (a Conetta, ieri ce n’erano 542, ndr). L'accoglienza diffusa è la miglior soluzione».
Anche per evitare che i conflitti “potenziali” (quelli avvertiti dai residenti) sfocino in conflitti “reali” (finora molto limitati, per fortuna). Ma il segnale più importante l’ha dato la Prefettura ai responsabili della coop Ecofficina Educational che gestisce la base.
«Se, finora, infatti, i capi della coop hanno sempre sostenuto di essere legati a vincoli di riservatezza, stavolta», afferma il direttore tecnico Simone Borile «ci hanno detto di rispondere a tutte le domande». E che le risposte ci siano state lo conferma anche Ramazzina che, con una delegazione di altre 10 persone (alcuni avvocati dell’associazione Giuristi democratici, il consigliere comunale di Padova Roberto Marinello, l’onorevole Giovanni Paglia, di Sinistra italiana, il consigliere comunale di Cona Michele Galazzo, ecc.) ha visitato la base. «Ci hanno fornito le informazioni richieste. Su alcune, però, chiederemo ulteriori verifiche», conferma Ramazzina. Più in dettaglio, secondo Borile, il campo non è «sovraffollato», ma in regola con i parametri definiti dall’Asl 14, anche se, fino allo scorso ottobre, quando sono state installate le tensostrutture, il problema dello spazio c’era. Ora ci sono, tra l’altro, 75 water e 42 docce, per la popolazione del campo.
«Gli operatori sono, dice Borile «30-35 di giorno e 12 di notte» ma, replica Ramazzina «noi non li abbiamo visti tutti», ci sarebbe poi «un ambulatorio funzionante ogni giorno con un medico e un infermiere, ma noi l’abbiamo visto solo da fuori» continua Ramazzina, che aggiunge: «Faremo un report su quello che abbiamo visto, evidenziando anche i nostri dubbi».
Diego Degan
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