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L’affondo del giudice «Pochi i 125mila euro risarciti dal geometra»

Critiche al Comune e a Palazzo Balbi nella sentenza della Corte d’Appello che condanna Antonio Bertoncello

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Nonostante lo “sconto” da parte della Corte d’appello, dopo il rinvio della Corte di Cassazione, la pena nei confronti del geometra del Lido Antonio Bertoncello, il corruttore di numerosi tecnici dell’Edilizia privata del Comune, è stata considerevole per un processo per il reato di corruzione: tre anni di reclusione. Basta pensare che nel processo per il Mose, dove nel capo d’imputazione si elencano tangenti da centinaia di migliaia di euro, la pena più alta è stata quella patteggiata dall’ex governatore Giancarlo Galan, due anni e dieci mesi.

A spiegare i motivi della condanna al geometra è stata la giudice Maria Carla Majolino, che ha scritto e depositato nei giorni scorsi le motivazioni della sentenza emessa nel novembre dello scorso anno dalla terza sezione della Corte d’appello presieduta dal giudice Gioacchino Termini.

Nelle 99 pagine della sentenza, tra l’altro, si legge una velata critica all’amministrazione comunale veneziana, alla Regione e ai loro avvocati, i quali hanno revocato la costituzione di parte civile in seguito al versamento da parte di Bertoncello, per il risarcimento dei danni, a Ca’ Farsetti di 100 mila euro e a palazzo Balbi di 25 mila.

«Gli importi risarciti», scrive il giudice, «appaiono poca cosa rispetto ai profitti conseguiti dai reati, se si tengono presenti i beni immobili acquistati e i redditi dichiarati da Bertoncello». Anche per questo la pena è rimasta alta, visto che la Corte d’appello si è trovata d’accordo con il giudice di primo grado, che comunque aveva condannato il geometra lidense a quattro anni e quattro mesi, nel ritenere «i versamenti effettuati quale risarcimento solo parziale dei danni».

Non solo, anche la collaborazione di Bertoncello viene in quale modo sminuita: «Ragionevolmente Bertoncello non avrebbe ammesso gli addebiti se non fossero state sequestrate rubriche e agende contestualmente alla esecuzione delle misure cautelari». Le indagini svolte dalla Guardia di finanza coordinate dal pm Paola Tonini, erano state avviate grazie ad alcune intercettazioni telefoniche, le accuse poi sono state confermate da Bertoncello e altri.

Giorgio Cecchetti

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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