Autobus e vaporetti fermi il 5 aprile sciopero di Actv
Rotte le trattative sindacali: i dipendenti a braccia incrociate dalle 9.30 alle 12.30 Nel mirino la scelta dell’azienda di ridurre il personale. «Sarà difficile fare i turni»
di Roberta De Rossi
Rotte le trattative tra sindacati e Actv, tornano gli scioperi, con buona pace dei passeggeri dei trasporti pubblici alle prese con nuovi disagi. Per il 5 aprile, Cgil, Cisl e Uil trasporti hanno proclamato un’agitazione che punta a fermare vaporetti e autobus dalle 9.30 alle 12.30 (con disservizi più estesi, dal momento che l'agitazione avrà come sempre inizio e fine con i mezzi in deposito), mentre lo sciopero per il personale amministrativo sarà di quattro ore.
Motivo? Lunga la “lista della spesa” dopo il mancato raggiungimento di un’intesa tra le parti nel corso dell’obbligatoria procedura di raffreddamento in Prefettura: niente accordo, si va allo sciopero.
Tra gli elementi di contrasto, al primo punto c’è l’applicazione oltre misura - da parte di Avm - dell’intesa sul taglio dei costi a suo tempo firmato con le organizzazioni sindacali, che prevedeva la riduzione del personale per 330 unità, ricorrendo a prepensionamenti. Secondo Cgil, Cisl e Uil, l’azienda sarebbe andata ben oltre i tagli previsti dall’accordo (90 nella navigazione, 90 nel settore automobilistico, 150 nel personale), soprattutto colpendo gli addetti proprio ai trasporti, con difficoltà di far fronte ai turni. «Inoltre», spiegano i portavoce dei sindacati confederali, «l’azienda ha allargato i tagli ad altre società del gruppo, dalle quali attinge anche per eventuali sostituzioni, con “promozioni” a chiamata e senza selezioni che mettano tutti i lavoratori sullo stesso piano. In questo modo, inoltre, non si tagliano i costi di Actv, ma si sistemano i bilanci di altre società del gruppo Avm, mettendo in difficoltà Actv quando si troverà a dover partecipare alle gare, mentre il personale i sacrifici concordati li ha fatti ».
I sindacati contestano anche i mancati chiarimenti richiesti sul piano nebbia: bricole mancanti in molti canali della laguna, rendendo rischiosa la navigazione; “visibilometri” non funzionanti, con la conseguenza - si sostiene - che non scattano le riduzioni del “piano nebbia” per evitare disagi ai passeggeri, ma in questo modo a discapito della sicurezza. Inoltre - proseguono Cgil, Cisl e Uil - una gestione sempre poco chiara del settore manutenzioni, con continui ricorsi ad appalti esterni.
Infine, il mancato funzionamento (problema che si trascina da anni) dei palmari in dotazione dei marinai, con l’impossibilità di eseguire controlli a bordo e di emettere biglietti: l’azienda ha promesso l’arrivo della nuova fornitura di palmari entro giugno, ma i sindacati sostengono che più volte in questi anni, l’azienda ha dato date poi non rispettate.
Una summa di problemi, che ha portato alla proclamazione dello sciopero.
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