Due zii svegliati nella notte dal boato lo scontro a pochi passi dalle loro case
SAN STINO. La Triestina è rimasta chiusa per molte ore, dall’1 fino alle 6 del mattino circa. In questo lasso di tempo si sono intrecciati i destini delle persone coinvolte, con le loro storie....
SAN STINO. La Triestina è rimasta chiusa per molte ore, dall’1 fino alle 6 del mattino circa. In questo lasso di tempo si sono intrecciati i destini delle persone coinvolte, con le loro storie. Infatti quelli che loro malgrado sono diventati i protagonisti dell’incidente stradale si conoscono tutti tra di loro. Valentina Genovese è stata soccorsa da Andrea Moretto, finito all’ospedale in prognosi riservata. Rischia di morire. Valentina e Andrea erano amici di infanzia. La conferma è arrivata ieri dal padre del 33enne, Giuliano Moretto, residente come il figlio in via Prese. E Manuel Bincoletto, il 22enne sopraggiunto anche lui per prestare soccorso a Valentina, è un vicino di casa di Andrea. Ma gli intrecci del fato non finiscono qui. Infatti l’incidente in cui ha perso Valentina si è verificato proprio di fronte alle case di due zii, Loris e Giorgio Genovese, che abitano con le rispettive famiglie in via Triestina 4. C’è di più. Entrambi sono stati svegliati dal trambusto dell’incidente. Hanno sentito due forti rumori. Il primo, quasi certamente, provocato dall’impatto dell’auto di Valentina con i due alberi. Il secondo, ancora più sordo, procurato dall’incidente innescato dalla Fiat Idea. «Sono accorso per vedere cosa fosse accaduto», ha spiegato il primo zio paterno, Loris Genovese, «e mi hanno detto che una ragazza era morta nell’incidente. I carabinieri non mi hanno fatto avvicinare. Così sono tornato a casa. Poche ore dopo, mi hanno telefonato alle 7, specificando che la persona morta era mia nipote». Anche Giorgio Genovese ha vissuto, in un momento diverso rispetto al fratello, l’analogo film dell’orrore. «Mi sono avvicinato sul luogo dell’incidente», ha riferito Giorgio Genovese, «mi sono imbattuto in un conoscente. Mi ha detto “vai via, è morta una ragazza”. E allora io sono tornato a casa. E sempre a casa, di fronte al luogo del sinistro, ho ricevuto la chiamata che mi informava di mia nipote». Quel conoscente sapeva che la persona deceduta era un parente e ha preferito risparmiargli la vista di quell’orrore. (r.p.)
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