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Equitalia pignora il pulmino del centro disabili Girotondo

L’associazione in realtà ha pagato più contributi e avrebbe diritto invece al rimborso dall’Inps. Il presidente Carniello: «Ci hanno intimato di pagare entro 30 giorni, con la minaccia del sequestro»

di Giovanni Cagnassi
1 minuto di lettura

JESOLO. Errore nei pagamenti dei contributi, pignorato il pulmino del centro disabili Girotondo. Il centro che opera con i giovani disabili del territorio protesta la sua correttezza e si scaglia contro Equitalia.

L’associazione di Jesolo, presieduta da Gaspero Carniello, il 16 gennaio 2014 aveva pagato i contributi di dicembre 2013 per 6.277 euro tramite apposito modello F24. Il 16 febbraio 2014 invece di pagare l’F24 relativo ai contributi di gennaio 2014 pari a 4.049 euro era stato pagato, nuovamente ed erroneamente, l’F24 di dicembre 2013 di 6.277. Quindi l’associazione risultava addirittura a credito di 2.228 euro.

«Già a marzo 2014 lo studio Zoggia, che compila gratuitamente le buste paga dei collaboratori e ci compila gli F24 dei contributi», spiega il presidente, «aveva preso contatti con l’Inps per segnalare l’errore e chiedere modalità su come recuperare il nostro credito di 2.228 euro. L’Inps, per tutta risposta, ha passato la pratica a Equitalia Nord per il recupero di 4.049 euro relativo al mese di gennaio 2014, senza prendere atto della comunicazione dello studio Zoggia. Finalmente», ricorda Carniello che ha lavorato una vita in banca e ha una certa dimestichezza con i conteggi, «dopo quasi due anni di attesa e di svariati messaggi da parte dello studio, l’Inps ha preso coscienza della questione e ci autorizzava a recuperare 2.228 euro, mettendolo in compensazione sull’F24 di novembre 2015, da noi regolarmente pagato a dicembre 2015. Verso fine febbraio 2016, Equitalia Nord ci intima di pagare 5.014,08, quindi non solo l’erroneamente presunto debito, ma anche maggiorato da interessi e sanzioni, minacciandoci di sequestrare uno dei nostri pulmini, utilizzato per il trasporto dei disabili, se non avessimo pagato entro 30 giorni».

È seguita una telefonata a Equitalia Nord, ma la risposta è stata che dovevano formalizzare una richiesta per l’annullamento della pratica. «Noi non faremo proprio nessuna richiesta», attacca Carniello, «perché, a rigor di logica, dovrebbe essere il presunto creditore a chiedere l’annullamento nel momento in cui si accorge che il paventato proprio credito era inesistente. Diversamente», conclude il presidente, «tutti i reali debitori potrebbero chiedere l’annullamento dei loro debiti. Non devono permettersi di minacciarci addirittura con il sequestro di un pulmino».

 

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