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Fiori al figlio, multa e “schiaffo”

Respinto il ricorso di Mauro Rossato sanzionato perché entrò nella pista chiusa dopo la morte di Andrea

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Ha un mesetto di tempo, Mauro Rossato, ingegnere mestrino, per un ricorso al giudice di pace ma dopo lo “schiaffo” ricevuto la voglia di reagire è rasoterra. Respinto il ricorso contro la multa di 50 euro per aver portato un mazzo di fiori sul luogo dove, il 5 marzo di cinque anni fa, suo figlio Andrea di appena 9 anni aveva lasciato questo mondo con una scia di dolore immenso. Era finito contro un albero a lato della pista Canalino del Canalone della Tofana, su un raccordo a 150 metri dal Pian delle Marmotte, Cortina.

La vicenda giudiziaria per la morte del piccolo Andrea ha concluso il primo grado di giudizio pochi giorni fa: condannati a un anno di reclusione per omicidio colposo, con pena sospesa, Luigi Pompanin, presidente della Ista Gestione impianti a fune, e Giuseppe Bisotto, l'accompagnatore del bambino tesserato per i Nottoli Vittorio Veneto. Pompanin e la responsabile civile Toro dovranno pagare anche un risarcimento di 2 milioni di euro: 800 mila ciascuno per il papà Mauro e la mamma Alessandra e 400 mila per il fratello Giorgio.

La vicenda che aggiunge sale sulla ferita è datata gennaio 2014. Non la racconta Mauro Rossato, ma il suo avvocato Anna Zampieron: «L’ingegnere non vuole parlare, è troppo scosso, affranto. La pista, per la sua pericolosità e dopo la morte di Andrea, era stata chiusa e così lui, volendo portare un mazzo di fiori davanti al larice, aveva percorso, con gli sci, una pista parallela: giunto in fondo non ha visto alcun cartello di divieto, come invece prevede la normativa (segnaletica in tutti gli accessi alla pista, ndr). Era a dieci metri dall’albero ed è risalito, sempre con gli sci, a scaletta, lasciando i fiori. Ma un agente di polizia del commissariato di Cortina, in motoslitta, gli ha contestato l’ingresso su una pista chiusa e l’ha multato. L’ingegnere ha impugnato il verbale ed è stato ascoltato a luglio. Poi più nulla fino a metà febbraio di quest’anno quando è stato respinto il ricorso (per la verità la disposizione di legge prevede una chiusura dell’iter amministrativo entro 5 anni dalla notifica del verbale, ma si spera sempre che simili, delicate questioni abbiano una chiusura rapida, ndr). Dura lex sed lex, d’accordo, ma l’ingegnere non ha messo in pericolo nessuno e poi compiva un gesto di amore verso un figlio perso».

Il sindaco di Cortina, Andrea Franceschi, mercoledì era stato tirato per la giacchetta e ieri ha diramato un comunicato: «Confermo che né io né la giunta comunale di Cortina abbiamo mai respinto alcun ricorso. La richiesta del signor Rossato, infatti, si è fermata negli uffici della polizia locale, così come prevede la normativa. Quella di negare il ricorso è stata una decisione presa in autonomia dal comandante dei vigili urbani, dopo aver ascoltato le controdeduzioni della Polizia di Stato. Sono dispiaciuto per il triste fatto in sé».

Dagli uffici della polizia locale di Cortina, invece, arriva il chiarimento del comandante dei vigili urbani, Ines De Biasi, che pur spiegando «di aver sempre e semplicemente seguito la procedura», si dichiara «sinceramente e profondamente dispiaciuta sul piano umano per quanto successo. Sono una mamma, posso comprendere lo sconforto e la delusione del signor Rossato». Nonostante l’infrazione del signor Rossato sia stata contestata sul posto dalla polizia, «si è trattato della violazione amministrativa di una norma del regolamento di polizia urbana, comunale quindi, e il soggetto preposto a gestire questa procedura siamo, appunto, noi. Per prassi abbiamo ascoltato le controdeduzioni dell’organo accertatore, la polizia, e l’esposto del ricorrente e su quelle basi è stata confermata la sanzione e respinto il ricorso contro la multa, di 50 euro. Decisione che tuttavia non vieta al ricorrente la possibilità di ricorrere al Giudice di pace».

Appunto, il ricorso al Giudice di pace: difficile pensare però ad uno scatto di sensibilità dopo una tale dimostrazione di attaccamento alle regole.

Giovanni Baschieri

Marco Ceci

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