Si arrende anche la Galleria Verticale
Chiude dopo oltre trent'anni di attività, Galleria Verticale. Un altro dei negozi storici di Mestre abbassa le serrande. Per ora la vetrina del noto negozio pubblicizza sconti e annuncia la vendita...

Chiude dopo oltre trent'anni di attività, Galleria Verticale. Un altro dei negozi storici di Mestre abbassa le serrande. Per ora la vetrina del noto negozio pubblicizza sconti e annuncia la vendita dell'attività. All'interno, per anni, è stato possibile acquistare oggetti raffinati, curiosi, originali e di qualità: riproduzioni, quadri, cornici, oggettistica ricercata per il bagno, la casa, dalle pantofole che si appendono al muro alla caffetteria che da sola arredava una cucina, utensili di vario genere e dimensioni, cose serie e più divertenti, costose e meno, il cestino per il pic-nic piuttosto che lo zaino già pronto per le scalate. Dietro il bancone Cristina Spolaor, risponde con cortesia e alle domande dei clienti affezionati che chiedono come mai. Le motivazioni sono tante e vanno messe assieme: affitto, città desertificata, outlet. «Abbiamo cercato di differenziarci, il negozio è una mia creatura», racconta mentre mostra a una signora un catalogo di zerbini, «abbiamo sempre puntato sulla qualità, cercando di vendere oggetti di gusto, ma oggi siamo ricoperti dai centri commerciali e arriva un momento in cui bisogna cambiare per adattarsi. Oggi la gente cerca lo sconto, basta che tutto costi il meno possibile, vale solo la corsa al prezzo».
Una serie di motivazioni, dunque. Prosegue: «Sono stanca, voglio fare altre cose, nessuno porta avanti la mia attività, non c'è ricambio generazionale, spero di riuscire a vendere a qualcuno da poter seguire, pur cambiando, perché capisco che si debba voltar pagina. Oggi i mestrini vanno al centro commerciale, mentre la gente che risiede fuori cerca negozi belli e di qualità. Mestre è stata uccisa, un tempo la domenica ci si ritrovava in piazza Ferretto, ma combattere i mulini a vento non si può e io non sono disposta a tenere aperto la domenica pomeriggio né a vendere oggetti da batteria». (m.a.)
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