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"Sopa coada proibita", denunciato lo chef Cracco

Animalisti contro il giudice che a Masterchef ha cucinato il piccione: "Antimale protetto". Il presidente del Consiglio regionale: "Esagerati"

2 minuti di lettura

VENEZIA. La denuncia allo chef stellato Carlo Cracco ha scosso il mondo della cucina veneta. Il popolare giudice di Mastechef è stato denunciato da un'associazione animalista perchè in una recente puntata ha mostrato ai telespettatori come cucinare il piccione, nella variante della "sopa coada". "E' un animale protetto", hanno detto gli animalisti.
A firmare la denuncia, presentata alla Procura di Milano, è stato il presidente di Aidaa, Lorenzo Croce, che del noto chef dice: "Il fatto che vada in tv a presentare un piatto a base di carne di piccione, che è un animale protetto dalla legge nazionale ed europea, rappresenta un reato penalmente rilevante che non potevamo far finta di non vedere. E'istigazione a delinquere".

Carlo Cracco cucina carne di piccione a Masterchef

La sópa coàda è una pietanza tipica della cucina veneta e trevigiana, in particolare. Si tratta di un pasticcio di piccione dalla consistenza piuttosto asciutta, tanto che talvolta viene accompagnato da una tazza di brodo bollente da consumare a parte o da versarvi sopra. I piccioni, ovviamente, sono di allevamento. La ricetta (di cui però esistono numerose varianti) prevede di alternare in una teglia strati di pane raffermo e intriso di brodo a strati di carne di piccione disossata, stufata e ridotta in pezzetti. Il tutto viene poi trasferito in forno per un paio d'ore. Può essere abbinata a del vino rosso asciutto, come il Piave merlot.

Storie in 60 secondi: il piccione, chef Cracco e gli animalisti

«Gli animalisti hanno denunciato Cracco perché ha presentato un piatto a base di piccione. Mi sembra una esagerazione»: Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto, commenta così la notizia della denuncia dello chef annunciata da una associazione animalista "Aidaa". Ciambetti ricorda che la normativa vigente «impedisce l'abbattimento del Piccione selvatico (Columba livia)», una specie soggetta alla tutela prevista da una direttiva europea, «ma un conto - dice - sono i piccioni selvatici, un altro quelli di allevamento: i primi non si possono cacciare né servire a tavola, i secondi, invece, si acquistano da allevatori specializzati e sono il piatto forte di molte trattorie e ristoranti un pò in tutta Italia».

Lo chef VIssani ci mostra come fare la sopa coada

Il presidente del consiglio regionale sottolinea che da secoli «i piccioni vengono allevati per la loro carne» e in Veneto «rimase storica la diatriba tra Breganze e Torreglia per chi potesse tra i due usare il nome di Torresano per i piccioni allevati nelle colombare di torre e si finì davanti a un giudice che salomonicamente risolvette il caso riconoscendo a tutte e due le cittadine la facoltà d'uso del titolo di torresano». Dopo un excursus storico-letterario sul piccione, ricordando anche la 'Clizià di Machiavelli o i presunti poteri afrodisiaci in epoca medioevale, Ciambetti rileva che se Cracco ha cucinato «come penso, un piccione di allevamento non vedo perché denunciarlo. Più di quello che cucina Cracco, che penso possa dare lezione a noi tutti su ciò che è permesso e quanto è proibito in cucina, su Haccp e selvaggina".
 

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