Municipalità, è scontro in Consiglio
Protesta contro i tagli alle deleghe, Brugnaro dice “no” alla mozione di Pd e Lista Casson. Battibecco tra il sindaco e Martini

È iniziata dopo oltre tre ore di attesa, in un clima stremato dalla stanchezza e dalla rabbia di aver assistito per l'intero pomeriggio a un Consiglio Comunale più simile a un campo di battaglia che a un luogo di dialogo. La discussione sulle otto delibere che, se approvate, toglierebbero ogni delega alle Municipalità, è anche iniziata con un secco “no” da parte del sindaco Luigi Brugnaro, davanti a un pubblico di una cinquantina di cittadini che ha resistito fino a tarda serata pur di esprimere la loro contrarietà. Il “no” di Brugnaro è stato alla mozione firmata da Lista Casson e Pd che chiedeva di “non procedere ad approvare le delibere per avviare un tavolo tecnico e un processo partecipativo con il territorio”.
Il sindaco ha detto che la mozione era tardiva e che non l'avrebbero approvata, ma che in futuro si sarebbe potuto aprire tavolo dato che non voleva togliere spazi di democrazia, nonostante avesse «chiesto più volte ad alcuni presidenti di Municipalità di dargli una scaletta con deleghe, costi e mansioni della Municipalità». A quel punto dal pubblico, oltre a varie urla di protesta e a cartelloni di disapprovazione, il presidente della Municipalità di Venezia Burano e Murano ha iniziato a chiedere più volte «Ma quando?». «Siamo stati sfrattati con la scusa che trattiamo male le attrezzature - ha detto Martini, presente con gli altri presidenti come Vincenzo Conte di Mestre, Gianluca Trabucco di Chirignago e Danny Carella del Lido - e ci ritroviamo ad assecondare il volere di una sola persona. Abbiamo cercato di dialogare con lei fin dal primo giorno, come è falso che ci abbia chiesto qual era il nostro ruolo». «Ho detto che l'ho chiesto ad alcuni presidenti - ha ribattuto Brugnaro - e non a lei perché mi è antipatico e frequenta persone che fanno peggio alla città». I presenti indignati hanno iniziato a urlare tanto che la Presidente del Consiglio Ermelinda Damiano ha intimato i vigili presenti a prendere i nomi di chi gridava offese.
Nel frattempo però lo stesso sindaco ha ripetuto alla consigliera Monica Sambo, già attaccata, che si era portata in consiglio amici e parenti, contribuendo a surriscaldare l'atmosfera. Dopo gli interventi di Carella e Trabucco e uno molto applaudito di una cittadina, Francesca Corso, che ha ricordato l'importanza del territorio, ha parlato l'assessore Simone Venturini, cercando di fare il punto e spiegando che si trattava di una riorganizzazione. In sintesi, Venturini ha detto che le delibere servivano per rendere tutte le associazioni uguali e con gli stessi diritti, non come adesso «quando viene fuori che gli spazi della Municipalità di Santa Margherita sono stati dati a Rifondazione, Unione Inquilini, Unione agnostici e perfino per fare Il monologo della vagina».
«Venturini aveva iniziato un bel discorso sulla riorganizzazione e sembrava credibile - ha detto Pelizzato della Lista Casson - ma quando ha fatto l'elenco delle associazioni si è visto la rabbia e lo spirito di rivincita e ha dimostrato che sono solo scelte politiche». «Ci tengo a dire- ha detto Brugnaro prima di andarsene - che abbiamo un mandato di riorganizzare la macchina comunale passando da 23 ambiti a 10 e la Municipalità fa parte di questa riforma. Nessuno toglie il rapporto con la popolazione ma ci devono essere criteri decisi dal consiglio comunale perché oggi sono lasciati a un libero arbitrio. Faremo un database con tutte le associazioni in modo che nessuno possa chiedere finanziamenti in due posti».
Martini ha specificato che non avviene mai perché ogni finanziamento è già registrato.La discussione è andata avanti fino a tarda notte. Ieri pomeriggio quasi un centinaio di portavoci di associazioni ha appeso all'ingresso di Ca' Farsetti un lunghissimo striscione con la scritta “Svuotare la municipalità = Uccidere la viva città” e molti cartelloni slogan come “Libertà è partecipazione” o “Associazionismo, unico investimento che non fallisce”.
Vera Mantengoli
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