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Municipalità, assedio al Municipio

Oggi il taglio delle deleghe al voto del consiglio comunale. I grillini: «Così non va». Le associazioni: «Antidemocratico»

di Alberto Vitucci
2 minuti di lettura

«Anche noi avevamo nel programma il riordino delle Municipalità. Ma così non va. Prima di azzerarle bisogna comunicare il nuovo progetto». I grillini preparano l’opposizione al taglio delle deleghe deciso dalla giunta Brugnaro. Un’opposizione “costruttiva” la chiamano. D’accordo sull’aspetto che prevede di “togliere il consenso elettorale” e la distribuzione di contributi e patrocini. Anche perché al governo nelle municipalità c’è il centrosinistra, ad eccezione di Favaro. I grillini ne sono invece esclusi.

Ieri a Ca’ Farsetti conferenza stampa del gruppo M5S per spiegare la posizione in vista del Consiglio comunale di oggi pomeriggio. Consiglio che si annuncia infuocato, con la presenza di associazioni e comitati che si sono riuniti l’altra sera alla Scoletta dei Calegheri e daranno battaglia. «Con le deleghe che adesso la giunta vuole togliere», dicono, «le municipalità hanno sempre interagito con la cittadinanza: a livello culturale con le associazioni e le biblioteche; a livello sociale con assistenza e cura, a livello sportivo con la gestione degli spazi pubblici. Le associazioni sono concordi nel ritenere che ciò sta avvenendo attraverso un percorso antidemocratico e avendo come scopo l’accentramento di potere». Contrari all’operazione anche il Pd, la Lista Casson. E, appunto, i grillini. Che hanno presentato 16 emedamenti e 5 mozioni sull’argomento. «Le Municpalità vanno riordinate ma devono restare punto di riferimento per lo sport e i servizi sociali», dicono le consigliere Elena La Rocca e Sara Visman. Davide Scano punta anche il dito sulle piscine e le palestre. «Bisogna accendere i riflettori sui contributi per i consumi che vengono date alle associazioni che guadagnano. In un un anno si tratta di un milione e mezzo di euro».

Il pacchetto di delibere che va oggi al voto prevede l’azzeramento delle deleghe alle Municipalità. «La cosa grave», dice Visman, «è che la giunta non ci ha mostrato alcun piano alternativo. Noi chiediamo che le Municipalità si occupino delle questioni vicine ai cittadini, e che i loro pareri sulla Cosap e l’uso degli spazi non siano consultivi com’è stato fino ad oggi». Ma il sindaco sembra deciso ad azzerare. «Serve che i criteri siano uniformi, c’è troppa discrezionalità», dice. Renzo Scarpa, vicecapogruppo della Lista Brugnaro, aveva puntato il dito sugli sprechi e sulle spese delle sei Municpalità, in totale «12 milioni di euro». «Ma non è vero», risponde il presidente della Municipalità veneziana Giovanni Andrea Martini, «privare le Municipalità delle deleghe significa non attuare alcun risparmio e porta sicuramente a limitare e peggiorare i servizi erogati alla cittadinanza».

Numeri alla mano, Martini spiega che il compenso totale degli amministratori ammonta a 178.400 euro. Per il resto, la maggior parte delle spese riguarda il personale: 190 dipendenti di cui 128 a carico di attività di servizio. «Accentrando il personale», dice Martini, «non cambia nulla». Quanto ai fondi a disposizione, le spese gestite direttamente ammontano a un milione 93 mila 089 euro, di cui 817 mila sono spese per i servizi sociali. Le entrate sono state maggiori delle previsioni, 182 mila euro contro 114,9 previsti. Dunque, secondo Martini, «non si tratta di una necessità economica, ma di una volontà politica. Si vuole privare l’organo del Decentramento di iniziative di critica e di proposta all’amministrazione. «Ma noi andremo avanti». Oggi la protesta approda in consiglio comunale.

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