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Zootecnia in grave crisi crollo di oltre 700 aziende

I dati resi noti da Confagricoltura: «Sono cambiate le abitudini alimentari» «Ci vorrebbe una politica che valorizzi la tracciabilità delle nostre carni»

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MIRA. Un crollo di oltre 700 aziende zootecniche e del latte negli ultimi 10 anni in provincia di Venezia. Si è passati da 2.193 aziende del 2005 a 1.461 del 2015. Sono questi i dati che snocciolano Luigi Andretta, esponente di Confagricoltura, che ha una grossa azienda di allevamento di carne bovina a Mira in via Boldani a Borbiago, insieme con Rita Tognon direttore dell’associazione veneziana. Andretta è anche presidente nazionale degli allevatori di Confagricoltura.

«La carne», spiegano Andretta e Tognon, «è una fonte proteica ad alto valore biologico, soprattutto in determinate fasce di età e in particolari condizioni di salute. Va consumata con moderazione, sia fresca che trasformata, prestando attenzione alle modalità di preparazione e cottura degli alimenti. Una quantità misurata di carne rossa, cotta in modo adeguato, rientra nella sana dieta mediterranea. L’allarme, rimbalzato sui media nell’autunno scorso, con la demonizzazione delle carni rosse e dei salumi, era quindi ingiustificato, anche alla luce del fatto che gli italiani consumano mediamente 300 grammi di carne rossa in una settimana. Dopo lo choc delle prime settimane anche in provincia di Venezia i consumi sono tornati alla normalità».

I dati veneziani sono peggiori di quelli veneti dove il calo delle aziende è del solo 25 % e non del 33%. Anche il numero di bovini è calato in provincia di Venezia e in Riviera del Brenta .«Si è passati dai 64.000 capi del 2005», spiegano la Tognon e Andretta, «ai 58.000 dell’anno scorso. C’è stato un calo di 6.000 capi e cioè il 9,3%. Vogliamo denunciare una situazione pesantissima e chiediamo lo sforzi di tutti, sindaci compresi, per rilanciare il settore nella nostra provincia. Va chiarito a tutti che il consumo della carne in Italia sta calando perché sono cambiate le abitudini alimentari e per questo andrebbe incentivata una politica che punti a far comprare al consumatore le nostre carni perché di qualità superiore rispetto a quelle del resto dell’Europa, soprattutto a quelle dell’Est Europa. Per questo sarebbe opportuno perseguire una politica che valorizzi la tracciabilità del prodotto e l’inserimento della carne dei produttori italiani anche in mense pubbliche come elemento qualificante di genuinità». Il Veneto è il maggior produttore nazionale di carni rosse. Nel 2015 la produzione di carne bovina è stata di 195.000 tonnellate.

Alessandro Abbadir

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