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Smog, entro venti giorni il Consiglio straordinario

Undici firme dell’opposizione (Lista Casson, Pd e M5S) per ottenere la seduta pubblica a Mestre sull’inquinamento. Ancora sforamenti nonostante la pioggia

di Gianni Favarato
1 minuto di lettura

Voglia o non voglia la Giunta comunale dovrà affrontare in consiglio comunale l’allarme polveri sottili (Pm10) che attanaglia anche la nostra città da settimane. Anche ieri, malgrado l’arrivo della bassa pressione e della pioggia, è stato superato il limite di sicurezza dei 50 microgrammi per metro cubo d’aria. I dati validati dell’Arpav segnalavano ieri 110 microgrammi di Pm10 in via Beccaria a Marghera e al Parco Bissuola, 95 a Sacca Fisola, 113 in via Tagliamento a Mestre. Del resto, dall’inizio del 2016 si contano già 25 giorni con il superamento del limite di sicurezza, a fronte dei 35 previsti negli Stati dell’Unione Europea come limite massimo annuale.

Così, vista l’indisponibilità del sindaco Brugnaro e dell’assessore all’Ambiente di affrontare pubblicamente l’emergenza sanitaria per le alte concentrazioni di polveri sottili che avvelenano l’aria che tutti respiriamo, gli 11consiglieri dell’opposizione hanno sottoscritto la richiesta di convocazione urgente di una seduta straordinaria del consiglio comunale nel Municipio di Mestre «per aprire un confronto con la cittadinanza sulle azioni da intraprendere per contrastare l’inquinamento e la diffusione delle polveri sottili».

La richiesta del consiglio straordinario - auspicata anche da un folto cartello di comitati e associazioni cittadine del fronte “antismog” - è stata messa a punto dai tre consiglieri dell’M5S e sottoscritta dai cinque consiglieri della Lista Casson e i tre del Pd. Le 11 firme bastano a raggiungere il quorum di un quinto dei consiglieri comunale, previsto dall’articolo 5 bis dello Statuto Comunale per ottenere, entro 20 giorni dalla presentazione della richiesta (datata 1 febbraio 2016), l’obbligatoria convocazione del consiglio comunale in seduta straordinaria.

A tutt’oggi l’amministrazione comunale si è limitata ad emanare un’ordinanza che prevede interventi “minimi” e dal dubbio risultato - come la riduzione di un grado della temperatura massima degli impianti di riscaldamento e il divieto di circolazione ai veicoli molto vecchi - e a invocare provvedimenti che dovrebbero però essere presi dalla Regione e dal ministero dell’Ambiente che, nonostante gli incontri convocati, non hanno messo in campo alcun piano di risanamento dell’aria - come chiedono i consiglieri di opposizione e le associazioni di cittadini - capace di incidere sulle fonti di inquinamento che a Venezia, oltre agli autoveicoli e alle caldaie degli impianti di riscaldamento, sono le navi e le imbarcazioni circolanti in laguna, l’aeroporto Marco Polo di Tessera e le centrali termoelettriche di Enel ed Edison.

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