Tremila persone in meno centro sempre più vuoto
San Donà. I dati allarmanti di uno studio di Confcommercio sulla crisi economica Chiusi molti uffici e banche anche per i prezzi troppo alti richiesti per gli affitti

Meno uffici o addirittura chiusi e trasferiti, home banking, appartamenti vuoti. Il centro cittadino si è svuotato mediamente di tremila persone al giorno, secondo uno studio fatto dalla Confcommercio locale. Sono i numeri di una crisi che non è solo economica, ma anche legata al mutamento dei servizi. Perché oggi circola meno denaro, anche per studi commercialisti, legali e quant’altro. Basti pensare che in pochi anni sono state chiuse le Borsa del Commercio in piazza Indipendenza, trasferito poi l’ufficio delle Entrate nella cintura esterna. A questo si aggiungano banche chiuse o trasferite, sempre meno correntisti che si rivolgono agli sportelli e dirigono tutto da casa comodamente al computer.
Affitti e costi del mattone ormai spropositati rispetto alle possibilità della gente hanno fatto sì che molti abbiano scelto di trasferirsi all’esterno della città, nella immediata periferia-dormitorio, servita da strade e una moltitudine di supermercati. Gli assetti della città sono profondamente mutati e i risultati si vedono. Centri commerciali e outlet hanno inferto il colpo di grazia. Così il centro è sempre meno vivace, nonostante isole pedonali, negozi e florilegio di bar. I
l sindaco, Andrea Cereser, ha già detto che una delle sfide del futuro sarà riportare le famiglie in centro. Giovani coppie, ma anche anziani che possano contare sui servizi necessari. E il Comune sta lavorando in questa direzione.
I commercianti, uno tra tutti Mario Fumei nei giorni scorsi, chiedono più illuminazione ed eventi per dare slancio e vitalità del centro urbano. Ma se mancano all’appello circa tremila persone è chiaro che ci sarà molto lavoro da fare.
Il presidente della Confcommercio mandamentale, Angelo Faloppa, dà una sua lettura al fenomeno. «È innegabile che ci sia meno gente in centro», è la sua analisi, «ma anche determinate scelte sulla viabilità oggi possono incidere. Se, come pare, chiudendo uffici e banche, mutando i servizi, diminuendo i cittadini che fruiscono di servizi nei vari uffici, oggi circolano meno persone, è anche vero che una pedonalizzazione come quella scelta per corso Trentin non è indicata, non almeno in questa fase storica. Non possiamo chiudere il transito alle auto in modo così drastico e sarebbe pertanto opportuno almeno il ripristino di un senso di marcia in arrivo dal ponte della Vittoria, per garantire comunque il movimento dei veicoli, magari a velocità moderata, che darebbe ancora vita al centro in un momento in cui c’è assoluto bisogno».
Giovanni Cagnassi
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