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Aria pessima, il sindaco sotto accusa

Pm 10 quattro volte oltre il limite: appelli di associazioni e consiglieri anche alla Regione per interventi strutturali

di Gianni Favarato
2 minuti di lettura

Smog e aria avvelenata imperarano. Niente piogge, poca ventilazione e alta pressione atmosferica continuano a favorire l’accumulo di polveri sottili e azoto nell’atmosfera. I bollettini delle stazioni dell’Arpav che controllano la qualità dell’aria nell’area urbana sono sempre più drammatici. In assenza di condizioni meteo sfavorevoli al ristagno degli inquinanti negli strati bassi dell’atmosfera e senza interventi strutturali, schizzano in alto i valori della concentrazione di polveri (Pm10) e azoto (No2) per metro cubo d’aria che ristagnano negli strati bassi dell’atmosfera.

Bollettini di guerra. Ormai si può parlare di veri e propri “bollettini di guerra” dell’Arpav, con continui record negativi. Se l’altro ieri il picco più alto di Pm10 era arrivato a 242 microgrammi per metro cubo d’aria, ieri è andato oltre, con un picco di 261 nella stazione di via Tagliamento, quella più a ridosso della tangenziale di Mestre, superiore a quello (249) registrato in via Beccaria a Marghera. Con questi picchi aumenta anche la media delle concentrazioni nelle 24 ore; tant’è che i dati validati resi noti dall’Arpav e realitivi alla giornata di martedì scorso, rilvelano superamenti del limite per il Pm10 che vanno dai 142 di Sacca Fisola a Venezia ai 201 di via Beccaria e i 207 di Spinea. Oltre i limiti anche il biossido di azoto (No2) per ben 12 giorni dall’inizio dell’anno.

Sforamenti e silenzio. Il risultato è che i superamenti del limite giornaliero (50 microgrammi) sono ormai una quotidianità e nel primo mese del 2016 abbiamo già totalizzato 19 sforamenti a fronte dei 35 permessi dalle normative europee nel corso di un anno. Stante la situazione ci sarebbe da aspettarsi dichiarazioni e delibere comunali adeguate al livello di allarme sanitario in cui si trova l’intera città Metropolitana. Ma né il gabinetto del sindaco Brugnaro e tanto meno l’assessorato comunale e regionale all’Ambiente, hanno battuto ciglio, limitandosi a pubblicare nel sito del Comune di Venezia l’ordinanza del 23 dicembre 2015 con le stesse raccomandazioni di allora per ridurre la temperatura del riscaldamento domestico e tenere in garage le auto più vecchie.

Interrogazioni. In compenso, oltre alla protesta anti-smog di sabato scorso davanti alla sede dell’Arpav in via Lissa, in consiglio comunale si moltiplicano le interrogazioni (due dell’M5S, una della Lista Casson e una di Nicola Pellicani del Pd) sull’emergenza inquinamento dell’aria, mentre associazioni ambientaliste e comitati di cittadini continuano a chiedere al sindaco Bruganaro e al governatore Zaia «decisioni responsabili e adeguate alla gravità della situazione».

Emergenza. «Con picchi di Pm10 dell’ordine di 5 volte il limite di sicurezza e medie giornaliere continuate nell’ordine di 3-4 volte la soglia, siamo ormai alla piena emergenza polveri sottili», dice Antony Candiello a nome dei Cinque Stelle veneziani. «Cosa aspettano il sindaco e il governatore ad attuare veri provvedimenti a tutela dei cittadini? L’ordinanza sul riscaldamento non è all’altezza della situazione: oltre che difficilmente verificabile, incide con un contributo residuale di Pm10, mentre la maggior responsabilità dell’inquinamento sono le auto inquinanti che utilizzano il diesel e magari non hanno i filtri in ordine; il comparto energetico, industriale, portuale ed aeroportuale, come indicato nelle mozioni e interpellanze presentate dall’M5S in consiglio comunale. Ricordo a tutti che uno studio del 2013, svolto su 300.000 persone e pubblicato su Lancet Oncology, mostra che per ogni incremento di 10 microgrammi di Pm10 nell’aria, il rischio relativo di ammalarsi di tumore al polmone aumenta del 22%».

Strategia assente. «Le azioni del Governo, della Regione e della Città metropolitana», dice Roberto Trevisan dell’Assemblea permanente e del Comitato Marghera libera e pensante, «si sono dimostrate inadeguate ad affrontare l’emergenza sanitaria e ambientale. Intanto, continuano a mancare una strategia di efficienza energetica nazionale e locale, una mobilità sostenibile con più trasporto pubblico e merci su ferro e carburanti meno inquinanti per navi ed aerei».

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