«Lasciati a piedi dal tram, basta»
L’ennesima denuncia di una utente, l’Adico: «Disservizi segnalati ogni giorno»
Ennesimo disservizio del tram, ieri mattina, lungo la tratta Favaro-Mestre, nello specifico a fine corsa in via Colombo-Piazzale Cialdini, quando il “siluro rosso” in partenza per Marghera ha lasciato a piedi 50 persone che dovevano cambiare. La segnalazione arriva da Elettra Vivian, che da mesi prende il tram per andare a lavorare in via Cappuccina e combatte con disagi di vario genere, tanto da scrivere ad Avm e alle autorità competenti per chiedere un risarcimento. «Questa mattina (ieri mattina, ndr) il conduttore del tram delle 8.45 circa», scrive in una nota all’assessore alla Mobilità, Boraso, «ha avuto la cortesia di lasciare a piedi circa 50 persone, me compresa, che erano scese dalla tratta Favaro-Cialdini. Vorrei ringraziare questo zelante dipendente e se possibile sapere come mai non si è accorto di così tanti passeggeri che di corsa si apprestavano a salire sul tram. Non c’era nebbia, non c’era traffico e deve aver pur visto l’arrivo del tram da Favaro e la gente alla quale ha chiuso le porte in faccia. Anche questo signore avrà raggiunto il suo obbiettivo: dategli un premio».
La Vivian era salita sul tram alla fermata Pasqualigo, poi è scesa a Colombo-Cialdini per scambiare e montare sul Marghera. «Generalmente», spiega, «ci affrettiamo per prendere il tram successivo che di solito ci attende, anche perché quello che proveniva da Favaro era in orario. Ovviamente quando ci siamo visti partire il tram davanti, abbiamo avuto tutti la stessa esclamazione, che non ripeto. Che sia stato uno scherzo di Carnevale? Così anche oggi (ieri, ndr), sono arrivata tardi. Il tram va bene solo per chi non ha nulla da fare e lo usa per il tempo libero».
Sulla questione, interviene anche il presidente dell’Adico, Carlo Garofolini: «Come associazione consumatori stiamo vagliando gli estremi per poter fare un ricorso collettivo sui disservizi di questa linea che appare inaffidabile: ogni giorno riceviamo segnalazioni, potremmo scrivere un libro. Forse ci si è dimenticati che quando è stato realizzato il tram la viabilità è stata stravolta, i negozi hanno chiuso, siamo stufi di continuare a ricevere segnalazioni: bisogna capire se il problema è risolvibile o se il tram deve essere declassato come mezzo pubblico affidabile. Altrimenti che senso ha far pagare gli abbonamenti? Non abbiamo sentito una sola assunzione di responsabilità da parte di qualcuno e la collettività continua a subire disagi per un servizio che paga».
Marta Artico
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