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Saldi, il centro è deserto «Serve un piano di rilancio»

Ieri nuovo assalto ai centri commerciali, parcheggi pieni e tantissimi clienti Franceschi (Confesercenti): «Manca un progetto strategico per il commercio»

di Marta Artico
1 minuto di lettura

È una battaglia ad armi impari quella di questi giorni tra i templi dello shopping e il centro cittadino. Ieri era l’ultimo giorno di aperture festive (e per giunta con i saldi) straordinarie natalizie nei centri commerciali, che per l’occasione erano tutti aperti: dall’outlet di Noventa di Piave, super gettonato, alle gallerie Auchan, al centro commerciale Valecenter di Marcon passando per Nave de Vero e Panorama, senza dimenticare tutta l’area commerciale di via Bella e via Don Tosatto.

I giganti della grande distribuzione erano “full”, parcheggi pieni fino all’ultimo posto: poi che si passeggiasse solo o si acquistasse anche, questo è un altro paio di maniche, sicuramente si camminava, si curiosava e si mangiava nelle zone food court apposite. In cartellone Befane, calze per i più piccoli, eventi e iniziative per catalizzare gente, una formula che funziona. Il centro città in questi primi due giorni di saldi è stato parecchio vuoto e nonostante gli sconti la preferenza è caduta sui centri commerciali, dove la scelta è vasta.

«Siamo molto preoccupati», spiega il direttore di Confesercenti Maurizio Franceschi, «è sotto gli occhi che il centro è vuoto. Si ripropone il tema di sempre, oramai la città e le città più in generale, non sono in grado di competere con l’outlet di Noventa, dove si organizzano anche pullman, il parco commerciale di Auchan, l’innovazione della Nave de Vero: se qualcuno pensa di poter risolvere i nodi e far tornare ad essere competitiva Mestre con piccoli interventi, è miope». Prosegue: «Qui ci vuole un piano strategico, un progetto vero di rilancio, puoi togliere le Ztl, ma non cambierà nulla. Da una parte c’è organizzazione, efficienza, capacità di comunicare, dall’altra non c’è nulla, neanche le nuove modalità di entrata nelle zone a traffico limitato abbiamo saputo comunicare. Abbiamo perso i mercatini di Natale che attiravano acquisti e gente, la città è circondata da Centri che diventano sempre più competitivi, non riesce a reagire e non è in grado di riscattarsi».

Ragiona Franceschi: «Serve un progetto di città, di eventi, una comunicazione fatta in modo adeguato, è necessario mettere insieme tutto quello che è il distretto del commercio e i suoi soggetti attivi e decidere quali sono le cose che possono essere fatte con una certa celerità e quelle a lungo termine: se invece si va avanti con provvedimenti spot, se uno pensa che facendo una cosa piuttosto che un’altra si riesca a rilanciare la città, abbiamo perso in partenza». Ripete infine: «Serve una regia dei soggetti che possono partecipare al rilancio altrimenti siamo destinati a svuotarci».

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