Un tavolo tecnico con tutti i 44 Comuni
Brugnaro, sindaco metropolitano, firma la convocazione per discutere dell’emergenza aria nel territorio veneziano
di Mitia Chiarin
Il prefetto chiama, la città metropolitana risponde. Il sindaco metropolitano Luigi Brugnaro ha firmato ieri la convocazione del tavolo tecnico zonale dei 44 Comuni della provincia per discutere dell’emergenza smog che allarma non solo i cittadini, attenti all’ambiente, ma anche gli enti locali. In giunta il sindaco di Venezia, sempre Brugnaro non ha però ieri discusso della proposta di attuare una domenica ecologica anti-smog a fine dicembre. Intanto la concentrazione di Pm10 continua a superare ogni giorno i limiti di legge.
Cuttaia chiama. Il prefetto Cuttaia nelle scorse ore aveva scritto alla Regione e alla città metropolitana chiedendo alla prima di convocare una riunione tecnica con Arpav e aziende sanitarie, alla seconda di mobilitare i sindaci. Obiettivo, varare azioni mirate per mitigare lo smog che ammorba l’aria veneziana. Per prima Venezia ha dato il buon esempio nei mesi scorsi ripristinando le limitazioni per i veicoli non catalizzati (ora sospese per le feste) e poi emanando un provvedimento per limitare l’uso del riscaldamento. Sono seguite le limitazioni varate per le “No kat” da Spinea e Mirano. Ieri il Comune di Marcon ha varato un provvedimento che non solo limita la circolazione ai veicoli più vecchi ma anche disposizioni per gli impianti di riscaldamento privati: se esiste la coesistenza tra caldaie a gas e stufe a pellet, quest’ultime vanno spente, per ridurre la formazione di polveri nell’aria. «Una sorta di azione per lavarsi la coscienza perché queste azioni singole sono una goccia nel mare del problema», ammette il sindaco Andrea Follini.
Discussioni. Il tavolo tecnico zonale della città metropolitana aveva cominciato a discutere di smog il 2 novembre scorso. In quella sede, presenti solo 14 rappresentanti di Comuni su 44 invitati, l’Arpav aveva diffuso dati allarmanti. Il verbale, infatti, riporta che «il confronto tra i primi 9 mesi del 2015 e i corrispondenti mesi del 2014» fa emergere che «la qualità dell’aria» in provincia «è peggiorata». Per le fonti emissive (dati 2010) le polveri sottili Pm10 in provincia «risultano prodotte per il 49 per cento dalle combustioni non industriali (riscaldamento domestico) mentre la quota prodotta dal traffico stradale si attesta al 22 per cento». Le stufe a pellets pesano per l’11 per cento delle biomasse bruciate (dati 2013).
Limitazioni. Quel tavolo si era chiuso proponendo di attuare in tutta la provincia le limitazioni per i veicoli a gasolio Euro 0,1 e 2 e benzina Euro 0, circa 100.600 veicoli che sono il 17,7 per cento del parco veicoli immatricolato in provincia di Venezia. Si sono mossi finora solo i Comuni di Venezia, Spinea, Noale, Mira, Jesolo, Camponogara e Campagna Lupia, oltre a Marcon: 8 su 44. E mentre si attendono la Regione e le decisioni sulla domenica ecologica, arrivano altre proposte.
5 Stelle. Sara Visman, consigliera 5 Stelle, oggi in Consiglio a Venezia deposita una mozione “gemella” di quella dei colleghi Corbetta e Naccari in Municipalità di Marghera (zona tra le più inquinate con Gazzera e Mestre). Si chiede la «chiusura temporanea della centrale elettrica Palladio (la più grande del Veneto) e la ripetuta pulizia giornaliera delle strade. La misura può sembrare eccessiva, o provocatoria, ma si basa su un dato di fatto: la grande quantità di inquinanti prodotti da questi impianti. Cinquanta tonnellate di polveri emesse dalla centrale a carbone possono non fare impressione, ma è come se avessimo un milione di automobili inquinanti che percorrono mille chilometri nel ciclo urbano. E ciò, senza considerare le polveri emesse per il fatto che il carbone è stoccato all’aperto».
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