CHIOGGIA. Una darsena dovrebbe essere un rifugio sicuro, per barche e navigatori. E' così anche per quella di San Felice che, però, è diventata anche un luogo foriero di continue tempeste giudiziarie per gli amministratori pubblici. Proprio giovedì, infatti, è arrivata in municipio la lettera della Procura della Corte dei conti (l'organo che effettua le indagini sui presunti danni erariali) che chiede la messa in mora degli amministratori pubblici, giunta, consiglio comunale e funzionari che hanno firmato gli atti, che, nell'ormai lontano 1998, hanno dato il via alla vicenda. Poco più di due anni fa, con il pagamento, a titolo risarcitorio, di 1.842.000 euro, ai titolari della darsena, per i danni illegittimamente subiti a seguito dei provvedimenti presi dal Comune, si era chiusa la controversia giudiziaria con i privati, ma il debito fuori bilancio che ne era scaturito, ora produce i suoi effetti.
In particolare la Corte avrebbe preso in considerazione alcune delibere di giunta e di consiglio riguardanti il piano particolareggiato dell'area San Felice e la realizzazione della darsena, e invitato l'attuale sindaco a mettere in mora tutti coloro che hanno avuto parte nella formazione di quelle delibere e che, conseguentemente, avrebbero esposto il Comune a spese che non avrebbero dovuto esserci: quelle per il risarcimento e quelle per i vari gradi di giudizio affrontati in questi anni. «La messa in mora» spiega lo stesso sindaco Giuseppe Casson «serve a bloccare i termini di prescrizione, altrimenti il danno presunto al Comune potrebbe non essere risarcito. Per parte mia non ho margini di discrezionalità, devo agire nei confronti di tutti, dal momento che la Corte non fa nomi, ma indica solo gli atti sotto esame». Il procedimento, comunque, è ancora nella fase iniziale: nessuno è imputato, ma la Procura della Corte sta valutando gli atti e si cautela (meglio, invita il Comune a cautelarsi) “avvisando” tutti i possibili interessati. Tra di essi ce ne sono alcuni, ormai, deceduti, altri che non votarono, altri ancora che, presumibilmente, avevano votato contro. Ad esempio ci sono l'ex sindaco Fortunato Guarnieri (che, va detto, ha sempre parlato di una eventuale “responsabilità collettiva”, pur essendo quello su cui sono piovute le accuse politiche), il suo amico-nemico Gianni Grasso, all'epoca vice sindaco, il consigliere Riccardo Rossi, oggi assessore, l'ex segretario generale Michele Ricucci, ormai deceduto.
Diego Degan