Un profugo gigante in Bacino San Marco
Due artisti belgi hanno creato una statua gonfiabile alta sei metri e l'hanno posizionata su una barca da trasporto per fare riflettere il pubblico su un problema sempre più attuale

VENEZIA. Il 16 novembre 2015 gli artisti belgi Dirk Schellekens e Bart Peleman hanno fatto nel bacino di San Marco a Venezia un intervento artistico che invitava un largo pubblico a riflettere su temi quali gli sviluppi geopolitici, la migrazione e l’identità.
In collaborazione con alcuni partner locali Schellekens e Peleman hanno esibito il loro opera “Inflatable Refugee” nel centro storico di Venezia.
Schellekens e Peleman hanno creato questo “Profugo Gonfiabile” alto 6 metri per richiamare l’attenzione sulla disumanizzazione del profugo e sulla problematica attuale dei profughi di guerra. Il “Profugo Gonfiabile” verrà portato in giro in barca nella laguna.
In parallelo con gli attuali flussi migratori e la crisi dei rifugiati, Schellekens e Peleman hanno ideato questo “Inflatable Refugee”, una figura alta 6 metri che rappresenta un profugo seduto.
Schellekens e Peleman hanno deciso consapevolmente di ingigantire il “Profugo Gonfiabile”, permettendogli così di guardare oltre l’orizzonte, non ostacolato da documenti (mancanti) né da confini. Ha lo sguardo fisso nel vuoto: sarà approdato in un porto sicuro o verrà rimandato? La sua statura è significativa per come lo guarda l’Occidente, come un problema o come un’opportunità.
Schellekens e Peleman hanno scelto di adoperare per questa figura lo stesso materiale delle barche che i passatori a volte usano per la traversate. Il fatto che esso sia troppo fragile per affrontare il mare accentua la vulnerabilità della figura.
Schellekens e Peleman porteranno in giro questo “Inflatable Refugee” per mezzo di un pontone, richiamando così l’attenzione sia dei turisti che della gente locale, non sugli artisti bensì sulla dimensione umana di questa problematica, sulle cause e conseguenze dei conflitti e sul nostro coinvolgimento.
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