«Dobbiamo educare i nostri ragazzi. Questo perché facciamo la differenza con gente che vive sugli alberi delle banane. Tanto per capirci». Questa frase pronunciata dal sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, nel corso della sua consueta esternazione settimanale sui problemi della città dagli schermi di Televenezia, sta provocando una serie di reazioni scandalizzate sul web e una “tempesta” politica per la valenza - per molti - potenzialmente razzista dell’infelice espressione del primo cittadino. Che non è un politico di professione e dunque spesso si esprime in modo molto diretto, senza “pesare” le parole e l’eco che possono suscitare da un personaggio pubblico qual è, appunto, il primo cittadino di Venezia.
La settimana precedente la polemica scaturita dalla sua partecipazione a Televenezia - sfociata in un duro scontro in Consiglio comunale, in particolare con il consigliere della Lista Casson, Nicola Pellicani - era legata all’espressione “mafiosetti di complemento” che il commentatore Edoardo Sivori, nell’incontro con Brugnaro, aveva rivolto ai consiglieri comunali di opposizione che criticano il sindaco. Questa volta però sono direttamente le parole del sindaco a far discutere, parlando nella trasmissione dei temi dell’ordine e della sicurezza e facendo riferimento anche al caso di tre ragazzi tredicenni della scuola media mestrina Manuzio che avevano manomesso una centralina di alimentazione del tram, bloccandolo.
«Dobbiamo fare un grande piano educativo», ha dichiarato Brugnaro in trasmissione a Televenezia. «I nostri ragazzi sono il nostro grande obiettivo educativo, perché c’è l’economia che funziona se la gente rispetta il sedile dell’autobus, se rispetta il fatto che deve pagare il biglietto, se rispetta il fatto che non si butta la gomma americana per terra in mezzo alla gente o si sputa per strada».
E qui il sindaco ha innestato il paragone che ha scatenato la nuova polemica. «Questo perché facciamo la differenza con gente che vive sugli alberi delle banane. Tanto per capirci».E sono in molti, invece - almeno in Rete - a non voler capire e a trovare appunto di sapore razzista il riferimento del sindaco ai “selvaggi” che vivono sugli alberi di banane, lontani dalla civiltà. Una frase detta al primo cittadino per sottolineare la necessità di una maggiore educazione civica anche da parte dei giovani, ma che rischia di essere interpretata diversamente.
Ma è stato lo stesso sindaco ieri in serata, alla sua maniera, con un doppio tweet dal suo profilo, a ridimensionare la portata della sua affermazione televisiva. Il primo: «Nessun pensiero negativo per alcuno bensì un forte richiamo alla presenza dei genitori nell'educazione dei figli. Non siamo dei selvaggi!». Il secondo, rivolto evidentemente a chi lo critica per le sue parole. «Solite persone in malafede! Preciso e confermo che dobbiamo educare i nostri figli perché non viviamo sugli alberi come i primitivi».
Enrico Tantucci