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Il Porto non rinuncia al progetto Contorta

Il 17 novembre udienza in Consiglio di Stato per opporsi alla bocciatura. Circoli Pd contro Alessandra Moretti sulle Tresse

di Roberta De Rossi
2 minuti di lettura

Il Porto di Venezia non molla il progetto di scavo del canale Contorta Sant’Angelo: ha presentato, sì, in Regione e al ministero dell’Ambiente l’alternativo progetto “Tresse Nuovo”, d’intesa con il sindaco Brugnaro - 140 milioni per lo scavo di 2,7 milioni di metri cubi, ingresso delle navi in Marittima attraverso il canale dei Petroli, una nuova “curva” a tagliare l’isola delle Tresse e poi lungo il canale Vittorio Emanuele, parallelo al Ponte della Libertà - ma al contempo tiene in piedi il suo ricorso in appello contro la bocciatura da parte dei giudici del Tar Veneto dello scavo del Contorta. Sentenza che quest’estate aveva cassato il progetto perché «viziato da erroneità dei presupposti, irragionevolezza e contrasto con i principi di sana amministrazione». Contorta bocciato dalla commissione Via e contestato non solo dal comitato “No Grandi Navi”, ma anche dallo stesso Brugnaro in campagna elettorale. Il 4 novembre era in calendario al Consiglio di Stato l’udienza per il ricorso del Porto contro il Tar, rinviata al 17 novembre per problemi formali: a Roma non è arrivato il fascicolo di primo grado. Attraverso il suo ufficio stampa, l’Autorità portuale spiega che si tratta di una sorta di “stampella” nel caso il progetto Tresse non ricevesse il placet ministeriale.Tant’è .

Circoli Pd contro Moretti. Tutti i circoli Pd del centro storico e isole si schierano, intanto, contro la capogruppo regionale Alessandra Moretti, che appoggia il progetto Tresse. «Abbiamo letto con stupore misto a sgomento le dichiarazioni di Moretti», attaccano i segretari dei circoli, «che ancora una volta esterna posizioni del tutto personali non condivise e non condivisibili dal Pd veneziano. Abbiamo già  pubblicamente sposato la tesi che in alcun modo debba venir alterato l'ecosistema lagunare e che nuovi canali non debbano essere scavati», chiedendo un rapido confronto interno per «una scelta che, coniugando sia le esigenze occupazionali che quelle ambientali, sia comunque coerente e rispettosa di quanto previsto dalle norme: Legge Speciale per Venezia e Pat. In alcun modo Alessandra Moretti può considerarsi rappresentante nostra e degli iscritti ai nostri Circoli». Firmato Andrea Martini, Giorgio Isotti, Tiziana Gregolin, Giuliana Domestici, Marina Rodinò, Marco Michieli, Alessio Molin, Riccardo Stellon. Il parlamentare Andrea Martella cerca di mediare, chiedendo «tempi certi di valutazione da parte del ministero delle Infrastrutture e della Commissione Via. Alla luce di questo esito la politica potrà a quel punto esprimersi. Serve più rapidità e volontà di mediare posizioni che appaiono troppo spesso radicali ed antitetiche tra loro».

«Moretti deve confrontarsi con i territori per comprendere realmente quali siano i problemi sottesi alla portualità a Venezia», insiste la consigliera Monica Sambo, «la Municipalità chiede l'uscita delle navi dalla laguna: posizione che trova il mio favore. Ad ogni modo, bisogna dare piena applicazione all’ordine del giorno del 6 febbraio 2014 del Senato, nel quale si ribadiscono i criteri di confronto fra le alternative: compatibilità ambientale, rapidità di esecuzione, gradualità e reversibilità, impatto sull’economia e continuità dell’offerta croceristica, sostenibilità e rispetto delle norme».

Sel. «Perorando questo progetto, non si fa altro che favorire le lobbies più potenti e voraci della città», attacca il progetto Tresse Mattia Orlando, coordinatore provinciale Sinistra Ecologia Libertà di Venezia, «ignorando la volontà della popolazione, mettendo a rischio tanto la salvaguardia di Venezia e dell’ecosistema, quanto l’occupazione della portualità domani, quando le dimensioni delle navi aumenterà a tal punto da necessitare maggiori spazi di manovra e di pescaggio di quanto il Tresse non sia in grado di garantire».

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