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Cricca dei rifiuti. Fior condannato a 3 anni. Conta a giudizio

Bufera sulla Regione Veneto: il dirigente ancora in servizio dovrà risarcire l'ente con una provvisionale di 350 mila euro. Per 10 anni ha gestito il ruolo di controllore e di controllato. Dieci mesi all’architetto Maria Dei Svaldi e 9 mesi a Sebastiano Strano. Processo per l’ex assessore veneto all’Ambiente e altri otto big: in aula a gennaio

Giorgio Cecchetti
2 minuti di lettura

VENEZIA. Tre anni di reclusione al padovano Fabio Fior, un tempo al vertice della Tutela Ambiente della Regione Veneto; dieci mesi e 20 giorni all’architetto Maria Dei Svaldi, di Mogliano, e nove mesi e 10 giorni a Sebastiano Strano, di Saccolongo, complici di Fior e senza i quali l’ex dirigente regionale non avrebbe potuto portare a termine le sue malefatte. Rinviati a giudizio - il processo inizierà in Tribunale a Venezia il 20 gennaio 2016 - l’ex assessore all’Ambiente Giancarlo Conta (c’era un altro assessore imputato, Renato Chisso che però è uscito in precedenza dal processo patteggiando venti giorni che si sono aggiunti ai due anni e sei mesi di reclusione per la corruzione del Mose), l'imprenditore di Mogliano Gennaro Visciano, l'ex segretario all'Ambiente della Regione Roberto Casarin, gli ex presidenti del Magistrato alle acque Patrizio Cuccioletta e Maria Giovanna Piva, e gli alti dirigenti del Consorzio Venezia Nuova Roberto Rosselli e Johann Stocker.

L'ingegner Fabio Fior 

L’unico ad essersela cavata è stato l’ex vice direttore del Consorzio Venezia Nuova grazie a proscioglimento con l’assoluzione per un reato e la prescrizione per un altro. Queste le decisioni prese ieri dal giudice veneziano Marta Paccagnella che di un procedimento ha dovuto farne tre, visto che Fior ha chiesto il rito abbreviato, ottenendo così uno sconto di un terzo sulla pena finale, Dei Svaldi e Strano hanno ottenuto il patteggiamento e gli altri, invece, sono stati mandati a processo. Il magistrato ha sostanzialmente accolto le richieste del pubblico ministero veneziano Giorgio Gava, che aveva anche coordinato le indagini.

La Regione Veneto si è costituita parte civile contro Fior con l’avvocato Sebastiano Tonon, che ha chiesto un risarcimento di 2,5 milioni di euro dal dirigente, ancora dipendente dell’amministrazione regionale. Si tratta della somma totale dei finanziamenti che, grazie alle società affidate ad alcuni prestanome, Fior avrebbe ottenuto del tutto illegalmente, stando alle indagini dei finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Venezia. Il giudice Paccagnella ha deciso che l’imputato dovrà risarcire i danni alla Regione, che però saranno liquidati dopo una causa civile. Ha, però, imposto a Fior il pagamento di una provvisionale di ben 350 mila euro e dovrà anche pagare le spese sostenute per la costituzione di parte civile, liquidate con complessivi quattromila e 140 euro.

Secondo l'accusa Fior e gli altri avrebbero costituito un consolidato sodalizio criminoso, utilizzando le società Sicea, Zem, Nec, Marte, ultimamente la Eco Environment. Il dirigente regionale avrebbe acquisito la maggioranza del capitale sociale e le avrebbe poi utilizzate «a fini di utilità privata». Grazie alla rete di prestanomi e soci, che occultava quelli reale, Fior si sarebbe appropriato di circa un milione di euro di finanziamenti regionali, tre episodi legati alla forestazione da realizzare nel comune di Sant'Urbano, quello per la costituzione dell'Osservatorio scientifico sui disastri ambientali dell'Accademia di scienze ambientali che fa capo all'ex giudice Antonino Abrami e, infine, il progetto di educazione ambientale ideato dalla veronese Magnifica fabbriceria. L’ex assessore regionale Giancarlo Conta, invece, come il collega Chisso è indagato per abuso d'ufficio per aver procurato al Consorzio Venezia Nuova un profitto di 4 milioni di euro affidandogli appalti senza alcuna gara.

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