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Cinquanta profughi diventati fantasmi

Arrivati a Venezia e presentata la richiesta di asilo hanno lasciato le strutture che li ospitavano. Forse sono mendicanti

di Carlo Mion
1 minuto di lettura

Sono una cinquantina i profughi che, una volta arrivati a Venezia e dopo aver presentato richiesta di asilo per motivi umanitari, si sono allontanati dalle strutture che li ospitavano. Persone che non si capisce come facciano a vivere e che spesso vengono viste a chiedere l’elemosina. A denunciarlo è il sindacato di polizia Siulp.

Si tratta di gente che si è allontanata dai centri dove era stata accompagnata dopo l’assegnazione alla nostra provincia. Si sono allontanati per motivi diversi. Una parte di queste persone, successivamente, sono tornate in Questura per essere riaccompagnate in qualche centro per mangiare e dormire. Ma nessuno le ha riportate nelle strutture perché essendo libere di muoversi si devono arrangiare. «Anche perché noi non siamo un ufficio di collocamento e nemmeno ci occupiamo del trasporto di persone», dice il Siulp.

L’inghippo sorge nel momento in cui si scopre che si tratta di richiedenti asilo nel nostro Paese. Nessuno sa cosa fare. Ecco allora questi migranti che iniziano a vagabondare in giro per la provincia, oppure a stazionare davanti alla sede staccata della Questura a Marghera. Tra loro anche diversi “dublinanti”. Si tratta di profughi che hanno attraversato l’Italia, in qualche caso (spesso) si sono rifatti una vita in Francia, in Olanda, in Svezia, e poi sono finiti impigliati nella rete Eurodac, la banca dati delle impronte digitali e quindi rispediti indietro. Verso il primo Paese europeo dove sono approdati, e sono stati identificati, nella loro rotta di emigrazione. In molti casi queste persone vengono rimandate in Italia, proprio perché è qui che sono arrivate via mare, o via terra, e qui, impone il regolamento dovrebbero presentare richiesta di protezione internazionale e attendere l’esito della domanda. Da ogni parte d’Europa i “dublinanti” vengono inviati a Fiumicino, più spesso atterrano all’aeroporto di Malpensa. E poi cominciano a vagare in attesa di una soluzione ai loro problemi. Questione non da poco per il nostro Paese, da sempre approdo in Europa per moltissimi migranti.

Quindi periodicamente davanti alla Questura a Marghera c’è qualche migrante che staziona, addirittura ci dorme la notte nella speranza che venga inserito in qualche centro di accoglienza per richiedenti asilo. Ma purtroppo per lui non è più un problema della polizia e quindi si deve arrangiare.

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